REDAZIONE ANCONA

"Impianto vicino a case e mense: si rischia"

Seconda assemblea dell’inchiesta pubblica sul nuovo sistema di trattamento rifiuti. Evidenziate anche probabili patologie sanitarie

La seconda assemblea dell’inchiesta pubblica sull’impianto Edison

La seconda assemblea dell’inchiesta pubblica sull’impianto Edison

Oltre duecento partecipanti e poco meno di una ventina di interventi articolati per evidenziare i rischi dell’impianto di trattamento rifiuti pericolosi e non che Edison vorrebbe costruire alla Zipa. E’ andata in scena ieri pomeriggio per oltre quattro ore la seconda assemblea dell’inchiesta pubblica all’hotel Federico II dove è andato in scena un coro di no. Dal comitato mensa che ha evidenziato come l’impianto sarebbe realizzato a soli "11 metri dall’accesso al punto cottura dei pasti per tutte le scuole cittadine", "a 75 metri dalla mensa" dove pranzano centinaia di lavoratori ogni giorno, a 100 metri dalla scuola materna La Giraffa. A Massimo Gianangeli che, per il comitato tutela salute della Vallesina, ha evidenziato la "vicinanza alla Cnh e all’Esagono ex BpA con centinaia di lavoratori ciascuna".

A Leonardo Guerro che ha evidenziato come la location "non sia inquadrata, nella zonizzazione del Comune di Jesi come zona industriale, ma come città consolidata". Tra gli interventi quello dello Iom, tramite la direttrice Marialuisa Quaglieri che, evidenziando i rischi sanitari, ha sottolineato come ci siano "anche terreni coltivati e prodotti agricoli in quella zona". Massimo Gianangeli su questo aspetto si è rivolto al sindaco: "I dati Arpam evidenziano un eccesso patologie sanitarie anche in età pediatrica. Mi rivolgo al sindaco Fiordelmondo come prima autorità sanitaria cittadina affinchè pretenda che venga fatto un approfondimento anche dentro il procedimento, approfondimento di cui invece non c‘è traccia. Questo impianto per bonificare – aggiunge - inquina o comunque produce impatti ambientali e su questo Edison nell’ultima assemblea, ha glissato, è risultata lacunosa". Tra le lacune a detta di Gianangeli la "mancanza di indicazione sulle emissioni delle pericolose pm2,5, anche se non richiesto nell’iter autorizzativo" e l’impatto sul depuratore quando "vengono rilasciate le acque di lavorazione con un equivalente di 5mila famiglie". Per il movimento 5 stelle, il consigliere di Maiolati Leonardo Guerro nel progetto Edison Next mancherebbe "il monitoraggio costante delle acque di lavaggio delle fibre amianto e come si intendono abbattere le emissioni". Da Milva Magnani, coordinatrice locale di Fratelli d’Italia l’attacco frontale alla Provincia titolare dell’iter autorizzativo e alla Edison anche per altri inquinamenti nel Paese: "La zona individuata come sede per il Comune sarebbe classificata come B, invece per la Provincia come zona D" e quindi non sarebbe idonea.

Sara Ferreri