PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Il virus torna a far paura. Gli ospedali si riempiono. Vaccini introvabili, anziani più a rischio

Difficoltà nel reperire i farmaci in grado di combattere le forme di polmoniti bilaterale per fortuna non gravissime come all’inizio. A Torrette in media una decina di ingressi al giorno di infetti.

Il virus torna a far paura. Gli ospedali si riempiono. Vaccini introvabili, anziani più a rischio

Il Covid non è sparito e anzi sta mettendo in atto l’ennesimo colpo di coda della sua striscia di conseguenze sanitarie. Il numero dei contagi è tornato a salire, anzi non ha mai smesso di salire tutto sommato nelle ultime settimane e mesi. Come spesso accade sono i mesi autunnali quelli in cui si registra lo scatto più netto dopo il caldo estivo. L’apparato di protezione e prevenzione non sta funzionando. I cittadini non riescono a prenotare i vaccini con facilità e tempismo e ciò produce un innalzamento dei contagi, ma soprattutto della gravità dei quadri clinici.

A questo si aggiunga la difficoltà di reperire i farmaci anti-virali in grado di combattere le forme di polmonite bilaterali che, pur non pesantissime come quelle dei primi due anni della pandemia, fanno danni. Andiamo con ordine, partendo dalla situazione del pronto soccorso di Torrette, così come negli anni bui del Covid, l’unico luogo dove scaricare tutte le inadempienze della rete. É il reparto diretto dalla dottoressa Susanna Contucci quello dove, per regolamento, vengono portate le persone positive al Sars-Cov2 che presentano diagnosi compatibili con una polmonite, tra cui febbre alta, saturazione sotto 95 e soprattutto difficoltà respiratorie. Questo per consentire lo svolgimento delle radiografie in grado di scongiurare il peggio; chi ha polmoni ‘puliti’, come si dice in gergo, è a posto, agli altri tocca la Tac e nella quasi totalità dei casi la cura anti-virale più adatta, dal Paxlovid al Remdesivir, nomi strani e noti agli addetti ai lavori. Farmaci rari, costosi e che vanno applicati secondo le linee guida del Ministero della Salute che ne prevede l’uso e la somministrazione entro i primi cinque giorni dall’apparizione dei sintomi e della positività. Vista la totale inefficacia della rete Covid nelle Marche e nell’anconetano, non sempre ciò accade e sono diversi i casi di pazienti, soprattutto ottantenni in su, che finiscono all’ospedale perché i medici di base di riferimento non l’hanno prescritto. Nelle farmacie il Paxlovid è introvabile perché la farmacia dell’ospedale ne consegna pochi a causa dell’elevato costo, essendo però il farmaco più indicato. Restando su Torrette, la media di accessi Covid nell’area dedicata sono una decina al giorno di media, alcuni sono gravi. Non avendo riadattato i reparti al periodo pandemico, il ps deve trattenere la quasi totalità dei pazienti in condizioni logistiche difficili.

A meno di una nuova ri-organizzazione delle aree Covid, per ora tutto grava sui pronto soccorso. Tutto comunque parte dall’estrema difficoltà di vaccinarsi. Da una parte la Regione, giustamente, spinge la cittadinanza ad aderire alla campagna vaccinale, dall’altra però non fa nulla per garantire una rete delle somministrazioni adeguata. Il grosso dei medici di base non effettua il servizio, idem per le farmacie dove però paradossalmente si riscontrano i tempi più rapidi. Infine l’hub vaccinale dell’ex Crass dove prenotare il vaccino è un terno al lotto. Chi lo ha fatto da subito, dal 12 ottobre, quando è partita la campagna, ha ottenuto l’appuntamento a metà dicembre.