REDAZIONE ANCONA

Il vicepresidente: "Portonovo, alberi tagliati. Il Parco stia più attento a prendere certe decisioni"

L’architetto Picciafuoco ha coinvolto il Consiglio direttivo dell’Ente "Bisogna valutare adeguatamente l’impatto di ogni scelta che si fa. Questa vicenda insegna che ogni intenzione va comunicata alla collettività".

L’architetto Picciafuoco ha coinvolto il Consiglio direttivo dell’Ente "Bisogna valutare adeguatamente l’impatto di ogni scelta che si fa. Questa vicenda insegna che ogni intenzione va comunicata alla collettività".

L’architetto Picciafuoco ha coinvolto il Consiglio direttivo dell’Ente "Bisogna valutare adeguatamente l’impatto di ogni scelta che si fa. Questa vicenda insegna che ogni intenzione va comunicata alla collettività".

di Valerio Cuccaroni

Il vicepresidente del Parco del Conero, l’architetto paesaggista Riccardo Picciafuoco, interviene nel dibattito sul taglio dei lecci alle Terrazze di Portonovo, effettuato per realizzare un set cinematografico. "Tutta questa vicenda – riflette Picciafuoco – ci ha insegnato che per qualunque intervento in un ambito pubblico, soprattutto in aree protette e in una zona molto frequentata come quella di Portonovo, l’Ente Parco deve stare molto attento a comunicare le proprie intenzioni". Picciafuoco non mette in dubbio "la provata professionalità del personale tecnico che ha tutta la capacità di valutare le proposte che ci arrivano". "Il punto – secondo il vicepresidente – è la responsabilità del Parco: le decisioni che prendiamo hanno un esito per la collettività, per cui ci vuole una grande capacità di discernimento".

Picciafuoco ha deciso di portare all’attenzione del Consiglio direttivo dell’Ente la richiesta di "maggiore attenzione su questo tipo di valutazioni". Lo ha comunicato alle sei associazioni ambientaliste che, secondo la normativa regionale, nel 2020 lo hanno designato all’unanimità come proprio rappresentante nel consiglio direttivo del Parco del Conero. A Italia Nostra, Legambiente, Wwf, che hanno criticato l’operato dell’Ente in questa vicenda con un comunicato stampa, oltre che a ProNatura, Cai e Lipu, che si sono unite alle lamentele per essere state interpellate a cose fatte, Picciafuoco ha detto che chiederà un cambio di metodo. "Tutto il Parco – chiarisce l’architetto – deve avere chiaro che agisce nell’interesse della collettività e in questo caso non è stato valutato adeguatamente l’impatto delle sue scelte". "Occorreva comunicare – precisa – che l’intervento aveva una finalità giusta, per una situazione evidente di degrado, su cui hanno concordato gli esperti da voi interpellati, i professori Urbinati e Taffetani, invece nell’opinione pubblica si è diffusa l’idea che fosse un intervento improprio". A proposito di esperti, entrambi gli scienziati hanno evidenziato l’incompatibilità della destinazione ludica con la rinaturalizzazione dell’area. "È il punto politico della vicenda", secondo il vicepresidente, per il quale "non bisogna rinunciare alla funzione sociale di quell’area. Il Parco dovrà vigilare che tutte le sue prescrizioni siano rispettate dalla società che ripristinerà l’habitat, a cui il Comune di Ancona dovrà chiedere le giuste garanzie". Sul contributo specifico proposto da Taffetani per le attività ricettive del Parco che beneficiano della sua attrattività, Picciafuoco è "d’accordo in teoria, ma in pratica la tassa deve essere indiretta. Stiamo concordando con il Comune la destinazione di una quota della tassa di soggiorno al mantenimento del Parco, mentre per ristoranti e stabilimenti balneari occorre una decisione a livello nazionale: non si può imporre una tassa locale". Infine, il Vicepresidente si prende "l’onere di organizzare un convegno sul giusto rapporto tra pressione turistica e aree protette".