Slitta di nuovo tutto. Per la seconda volta il Tar non ha deciso sul "caso Osimo", su quel consiglio comunale "aperto" con decreto regio del 1915. "L’esigenza cautelare può essere soddisfatta con la veloce fissazione dell’udienza nel merito", ha detto il Tar, che ha aggiunto di non voler incidere e interferire sull’ente con un’ordinanza in fase cautelare e quindi deciderà tutto con sentenza il 7 novembre applicando il rito accelerato. Nel corso della Camera di consiglio di ieri mattina infatti il tribunale non ha concesso la sospensiva alle delibere consiliari di surroga di tre consiglieri che si sono dimessi in estate, al cui posto sono entrati in Sala gialla Lanfranco Migliozzi, Fabiola Martini e Francesco Sallustio. La sospensiva era stata richiesta dai ricorrenti consiglieri comunali di minoranza (Pd, Movimento 5 stelle e Lista Michela Glorio), rappresentati e difesi dall’avvocato Mauro Pellegrini, consigliere Pd. Il Comune è difeso dal legale Maurizio Discepolo. I consiglieri surroganti restano quindi in carica almeno fino all’udienza. L’aria è più che mai tesa in municipio e in maggioranza. Non è stato ancora fissato il Consiglio comunale, anche se ci sono atti da approvare. Anche per questo tuona il consigliere democrat Simone Pugnaloni: "Il Comune naviga a vista e gli osimani ne pagano le conseguenze. Entro il 30 settembre andava per legge approvato dal Consiglio il bilancio consolidato, pena la sanzione del blocco delle assunzioni. Il Comune avrebbe assunto quattro figure interinali prima del 30 settembre per eludere le sanzioni sulle assunzioni e parrebbe che siano stati assunti giovani parenti di dipendenti ancora in servizio. Non solo, della convocazione del Consiglio per l’approvazione del bilancio consolidato neanche l’ombra per paura della mancanza del numero legale. Entro il 31 luglio poi andava approvato il Dup, il documento di programmazione propedeutico all’approvazione del bilancio di previsione e nulla è mai giunto all’odg". Il gruppo consiliare delle Liste civiche è lontano da una riconciliazione: "Invece di spendere, negli stessi giorni dell’alluvione, il doppio del costo degli anni passati per la stagione teatrale (con tutto il rispetto per la cultura) e 1,2 milioni di euro per il nuovo museo del Covo, noi prevediamo di impiegare i soldi per aiutare le persone e imprese colpiti dall’alluvione, che sono tante e tante ancora non hanno ricevuto l’aiuto concreto, minimo necessario, che pure era loro dovuto. Sono tanti anche gli interventi di messa in sicurezza urgente del territorio, strade, fossi e spazi pubblici".
Silvia Santini