di Raimondo Montesi
Ancona capitale europea della cultura. E una mostra di quelle importanti, destinate a far parlare di sé a livello nazionale, e non solo. Cose da libro dei sogni? No, è quanto ‘promette’ Vittorio Sgarbi commentando il risultato delle elezioni, di cui è molto soddisfatto: "La vittoria di Silvetti ad Ancona è un segnale di discontinuità molto importante che riapre la città all’attenzione per la cultura, da molti anni trascurata o dimenticata". Ecco, forse meno soddisfatti saranno coloro che negli ultimi decenni si sono occupati di cultura nel capoluogo. Sanno anche un po’ di ‘sfida’ nei loro confronti le tre righe con cui lancia la Dorica nell’empireo: "Finalmente è possibile realizzare la grande mostra sul Rinascimento adriatico con la piena collaborazione del ministero dei Beni culturali nella prospettiva di Ancona capitale europea della cultura". Sembra di sentire: gli ‘altri’ non sono riusciti a far diventare Ancona capitale italiana della cultura, facendosi battere da Ischia e Procida, e ora...
E in più la mostra. "Da vent’anni, da quando frequento le Marche, ho avuto difficoltà a lavorare ad Ancona – dice Sgarbi – che ho sempre contrapposto a Urbino. La mostra racconterebbe l’ultimo nostro Rinascimento, quello adriatico, che va da Venezia alla Puglia, i cui artisti maggiori nelle Marche sono Lotto e Crivelli. Avremmo opere che hanno come asse non la terra ma il mare. Una rivoluzione nella storiografia. Una mostra molto importante, bellissima, che includerebbe naturalmente Nicola di Maestro Antonio d’Ancona". Sgarbi aggiunge che "la Regione è favorevole. Ne ho parlato con il presidente, e con il sindaco. Ad Ancona, che si è in qualche modo liberata da una distanza molto incomprensibile con il mondo dell’arte si potrà fare questa mostra, che potrebbe essere pronta nella primavera del 2025". E su Ancona capitale europea della cultura? "Sì, l’ho detto. Non sarebbe facile. All’Italia tocca nel 2033. Viterbo è già partita. Ma l’ho detto anche per far capire che io ho sempre polemizzato con Ancona perché ho visto una risposta debole sul piano culturale. Mi auguro che con questa nuova amministrazione, se non altro per discontinuità, si cambi. La mostra è un’iniziativa unica. Una esposizione di questo taglio non si fa da 200 anni".
Dunque la rivoluzione politica potrebbe portare a una rivoluzione culturale, e a quella del rapporto tra Ancona e Sgarbi, poco tenero in passato con la città. Nel 2011 disse che "Ancona è come se fosse un po’ dissociata", spiegando che era "colpa degli anconetani, del loro temperamento, di un loro certo distacco, mentre il resto delle Marche sono fervide di proposte. Forse per gli anconetani ci vorrebbe uno psicologo". Intervenendo sui dehors Sgarbi disse che "Ancona non sembra una città che ha come obiettivo la valorizzazione delle sue bellezze", che "ha una totale mancanza di consapevolezza e di volontà. Infatti è poco propensa al turismo". Celebre il suo attacco sulla vicenda dei Bronzi di Cartoceto: Pergola lottò con il coltello tra i denti per averli, Ancona fu "indifferente".