Il PIA 2, un progetto nato morto dopo le difficoltà palesate dal PIA 1. Da una giunta all’altra, dal centrosinistra al centrodestra, il documento creato e coordinato dall’ex primario di allergologia di Torrette, Floriano Bonifazi, subisce uno stop definitivo. E con esso salta per sempre la firma del contratto di consulenza con Bonifazi. Una giunta poco fortunata sul fronte delle consulenze e degli incarichi fiduciari. In pratica, il piano per contrastare l’inquinamento ambientale di Ancona non esiste più e adesso resta da capire come verranno traslati i 200mila euro messi a bilancio di previsione per il triennio 2024-26.
Dopo sedici mesi dall’annuncio, inserito nelle linee guida di mandato all’indomani della vittoria alle elezioni comunali, ieri il sindaco Silvetti ha pubblicamente chiuso quell’esperienza e annunciato un’alternativa che chiama in causa la Regione: "Andremo a sostituire il PIA 2 creando un Piano di tutela dell’ambiente con l’Arpam (Agenzia regionale per l’ambiente, ndr) – ha detto Silvetti durante la seduta del consiglio comunale di ieri rispondendo a un’interrogazione di Mirella Giangiacomi (Pd) – Ho già parlato con la dottoressa Cintoli (direttore generale di Arpam, ndr) per studiare un piano di monitoraggio attento che andremo a creare. Bonifazi? La responsabilità del fallimento del progetto PIA 2 è sua, mi chiedo perché in questi mesi se la sia presa con l’amministrazione comunale e non con la Regione che gli ha prima annunciato e poi tolto il finanziamento di 300mila euro sempre per il PIA". Le parole del primo cittadino ieri hanno confermato un’altra anticipazione del Carlino di alcuni mesi fa, quando scrivemmo che Palazzo Raffaello non aveva più messo quei soldi. Fummo smentiti, adesso i fatti emergono con chiarezza e l’affermazione di Silvetti sul mancato finanziamento dalla Regione è sembrata a molti piuttosto polemica.
Restando alla sfera anconetana, il sindaco ha risposto ai quesiti della Giangiacomi sciorinando le risposte indirette a Bonifazi sventolando la copia del nostro articolo di sabato scorso. Duro il suo commento: "Ho preso atto della posizione di Bonifazi attraverso il giornale – ha aggiunto il sindaco di Ancona – e questo non va bene. Si è lamentato di non essere stato coinvolto, ma dopo aver chiesto copia del Pums per poi vederlo pubblicato su un quotidiano (il nostro, ndr) ci ha fatto venire qualche dubbio. La condivisione di documenti è cosa molto delicata e va fatta quando c’è fiducia. Il PIA 2? L’abbiamo inserito nelle linee guida, ci abbiamo messo 200mila euro a bilancio, individuato la cabina di regia, fatto gli atti di indirizzo e poi ci siamo ritrovati con critiche sul Pums, sulla scelta dell’impianto di cremazione, sul trasferimento all’ex Savoia e così via". La palla passa alla Regione, come ha ricordato nella sua replica la consigliera Dem Giangiacomi, visto che l’Arpam è un’agenzia regionale, e le opere vanno avanti: "L’impianto crematorio, inserito nel piano delle opere pubbliche, il 7 novembre arriverà in giunta per analizzare il progetto di fattibilità tecnico-economica. Ecco le risposte migliori per i cittadini".