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Il Quintetto di Fiati di Santa Cecilia protagonista sul palco della Mole

Il Quintetto di Fiati dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma si esibirà domenica alla Mole di Ancona con un programma eclettico che spazia da Beethoven a Ligeti. Musicisti di livello assoluto, abituati a suonare nelle sale più prestigiose del mondo. Un'occasione imperdibile!

Il Quintetto di Fiati di Santa Cecilia protagonista sul palco della Mole

Un concerto d’eccezione dopodomani (ore 18, info 07152525) alla Mole di Ancona. Capita spesso con gli Amici della Musica ‘Guido Michelli’, ma quello di domenica è un evento che spicca in modo particolare, per il tipo di formazione, la qualità degli interpreti e l’eclettismo del repertorio. Sul palco salirà il Quintetto di Fiati dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma: il marchigiano Francesco Di Rosa (oboe), Andrea Oliva (flauto), Calogero Palermo (anche primo clarinetto della Royal Concertgebouw Orkest di Amsterdam), Andrea Zucco (fagotto) e Guglielmo Pellarin (corno). Musicisti di livello assoluto, abituati a esibirsi nelle sale più prestigiose del mondo. Il programma spazia da Beethoven ("L’orologio meccanico", una vera chicca) a Rossini, da Nino Rota a Ligeti (‘Sechs Bagatellen’, un gioiello, anzi sei).

Di Rosa, difficile trovare l’alchimia giusta in un gruppo così eterogeneo?

"No, anche perché ci conosciamo da oltre dieci anni, e ci frequentiamo quotidianamente. Abbiamo raggiunto un amalgama ideale, anche grazie ai tanti concerti fatti insieme".

Possiamo dire che come quintetto di fiati siete al ‘top’?

"In Italia siamo la formazione più rappresentativa, per la carriera avuta finora. Ma siamo considerati tra i migliori anche a livello internazionale. Ci invitano le maggiori orchestre. Io quattro anni fa ho suonato come primo oboe con i Berliner Philarmoniker".

Fiati vs archi. Sembra una lotta impari...

"In Italia sì, ma in paesi come Francia e Germania è diverso. Il ‘900 francese ad esempio ha un vasto repertorio per fiati: Poulenc, Ibert, Saint-Saëns... Sono brani di vario genere, per trii, quartetti e soprattutto quintetti. Le trascrizioni per quintetto di fiati non fanno rimpiangere l’orchestra".

L’oboe in Italia a livello popolare è noto per due film: ‘Mission’, con il brano di Morricone, e ‘Anonimo veneziano’...

"L’oboe è lo strumento che ‘canta’ più di ogni altro, è il più espressivo. Riesce ad avvicinarsi alla voce umana. Infatti rende al meglio con le melodie. E’ uno strumento che risale agli Egizi. Precede clarinetto e fagotto, e nel periodo barocco ha avuto un boom: Vivaldi ha scritto decine di concerti per oboe, e Bach lo considerava uno strumento principe".

E Ligeti, di cui farete le Sei Bagatelle?

"E’ un’opera con cui l’autore tocca il vertice della propria genialità. Le sue bagatelle catturano l’attenzione anche dei neofiti, per gli effetti, le melodie, le sfaccettature più diverse".

Raimondo Montesi