Lo avevano trovato nel bosco, con 21 dosi di cocaina pronte per essere spacciate. Tra la vegetazione di Portonovo, in un’area a ridosso di una ex cava, si era creato la base per lo spaccio insieme anche ad un riparo per dormire e bivaccare durante la giomata. Quando sono arrivati gli agenti della polizia locale aveva impugnato addirittura una roncola per tenerli lontano. In manette era finito un marocchino di 42 anni, senza fissa dimora. Era il 12 agosto scorso quando fu ammanettato. Ieri il 42enne ha patteggiato la pena a due anni davanti alla giudice Francesca De Palma dove è stato difeso dall’avvocato Antonio Gagliardi. Dopo l’arresto di agosto è stato chiesto il giudizio immediato per lui e doveva andare subito a processo. La difesa ha chiesto e ottenuto il patteggiamento con pena sospesa. Ad ottobre scorso il marocchino ha finito di scontare un’altra pena e adesso si trova a Bari al centro di permanenza per il rimpatrio. Verrà riportato al suo paese. Quando la polizia arrivò a Portonovo lo trovò con quasi 50 grammi di cocaina. Una 30ina di grammi erano già confezionati in blister in plastica termosaldata. Nell’accampamento nel bosco gli agenti avevano trovato anche tutto l’occorrente per il confezionamento delle dosi: due bilancini di precisione, quattro siringhe, una fialetta, quattro bustine di Oki e 19 di ketoprofene, sostanze con cui la droga veniva tagliata.
ma. ver.