Abusata dal cognato che avrebbe approfittato della donna quando il marito era in carcere. Il tribunale ieri ha condannato l’uomo, un 55enne di origine rom, ad 8 anni di reclusione per violenza sessuale continuata e minacce. Vittima la sorella della moglie che avrebbe subito abusi anche all’interno dell’ascensore del tribunale dove l’avrebbe baciata con la forza. Il processo si è concluso davanti al collegio penale presieduto dal giudice Roberto Evangelisti che ha stabilito anche una provvisionale di 15mila euro a favore della vittima, parte civile con l’avvocato Germana Riso, coma risarcimento danni. La Procura aveva chiesto 10 anni di condanna per l’imputato, difeso dagli avvocati Luca Pellegrini e Matteo Bettin. Stando a quanto è stato ricostruito tra le denunce fatte e le testimonianze in tribunale, il marito della vittima era in carcere e lei era tutti i giorni a casa della sorella e del cognato. Lì ci mangiava, ci portava i bambini prima di andare al lavoro e ci tornava anche di pomeriggio. Le cose sarebbero proseguite così per molti mesi fino a quando il cognato, a novembre del 2022, non avrebbe abusato di lei sessualmente. Con la scusa di starle vicino e aiutarla anche economicamente si sarebbe presentato a casa della donna e dopo averla trascinata in camera da letto l’avrebbe violentata. Lei aveva provato ad allontanarlo ma era sola nell’abitazione e non era riuscita a fuggire via.
Rimasta scioccata non era riuscita a denunciare subito quell’abuso, ma poi, preso coraggio, si era rivolta alla stazione dei carabinieri, alla Montagnola, a febbraio del 2023, dove ascoltata dai militari aveva riferito l’abuso. Lui avrebbe continuato ad importunarla. L’imputato, finito a processo con il giudizio immediato, ha sempre negato i fatti. Uscite le motivazioni della sentenza la difesa valuterà se presentare il ricorso in appello.
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