Il maxi risarcimento pari a due milioni e 200mila euro, chiesto dalla famiglia del piccolo Amos Guzzini, anni fa ha mandato in dissesto il Comune di Offagna. Il borgo medievale ha dovuto infatti riconoscere la legittimità del debito fuori bilancio durante il Consiglio comunale del 28 novembre 2015 dopo che la famiglia del bambino, che nel 1997 ad appena sette anni cadde in uno strapiombo lungo via Martin Luther King e da lì non vide più la luce, aveva chiesto di essere risarcita. "Il dissesto è un dramma per un Comune – ammette il sindaco Ezio Capitani, che già dall’inizio del suo primo mandato, nel 2017, si ritrovò a dover affrontare la pesante situazione – Quando viene dichiarato, il municipio è come se fosse ‘congelato’, può solo occuparsi delle spese obbligatorie e correnti. A farci i conti sono i cittadini perché le aliquote delle imposte vengono alzate al massimo, non si possono contrarre mutui e i servizi a domanda individuale vengono tagliati, cosa che ha fatto subito il commissario prefettizio quando l’ex sindaco Stefano Gatto si è dimesso".
Il borgo aveva anche un altro problema: "Offagna si è ritrovata anche con centinaia di migliaia di euro di debiti fuori bilancio per un immobile (fatto che riguardava la precedente amministrazione). In casi simili la legge del patto di stabilità penalizza con mancati trasferimenti, nel caso di Offagna per 300mila euro. Prima dell’arrivo del commissario liquidatore su disposizione del Ministero per chiudere il dissesto e pagare i vecchi creditori (liquidati tutti al 50 per cento alla fine), il commissario prefettizio non è riuscito dunque a far approvare il bilancio. Quando sono stato eletto ho temuto che non sarei arrivato a Natale come sindaco perché la legge dice che bisogna essere al pari con il bilancio entro i sei mesi successivi. Che ne sarebbe stato della nostra Offagna? C’era il rischio accorpamento da parte di altri Comuni". Poi la situazione si è sbloccata: "Siamo riusciti a superarla grazie all’accordo con il maggior creditore, i familiari del piccolo appunto. Condannati in primo grado al pagamento di due milioni e mezzo di euro, siamo arrivati a 700mila euro e il ministero dell’Interno ci ha aiutato proprio per quella somma. Nel 2018 abbiamo potuto approvare i bilanci 2016 e 2017. Al momento il bilancio è sano ma ovviamente i debiti del dissesto sono in corso di pagamento a rate".