Ponte non a norma, inviate le prime lettere di diffida e richieste di risarcimento danni per l’alluvione di Senigallia del 15 settembre del 2022. Quattro famiglie senigalliesi, attraverso l’avvocato Simeone Sardella, chiedono fino a 2 milioni di euro tra danni patrimoniali e danni morali subiti. Le diffide sono partite nei giorni scorsi, notificate alla Regione Marche, al Consorzio di Bonifica e al Comune di Senigallia quale ente proprietario del ponte.
Tutti enti ritenuti responsabili civili dell’inondazione subita dalla cittadina marinara provocata dal Ponte 2 Giugno ritenuto non a norma. Le quattro famiglie sono state gravemente alluvionate e di conseguenza anche sfollate. Le stesse sono pronte a costituirsi parte civile contro gli imputati, dipendenti degli enti, e i rispettivi enti datori di lavoro nel processo che si terrà davanti al giudice dell’udienza preliminare del tribunale di L’Aquila e dove c’è già fissata l’udienza per il 4 dicembre.
Chi più chi meno ha avuto danni al mobilio di casa e sono stati destinatari dell’ordinanza sindacale di sgombero dell’immobile di residenza riportando "ingentissimi danni morali", ha riportato il legale nelle richieste. Per ciascun componente familiare sono stati chiesti fino a 100mila euro di risarcimento. L’avvocato ha specificato nelle richieste come, da perizia dell’ingegnere di parte Mario De Miranda, un luminare di ponti, "sussiste nesso di causa tra l’inondazione della città di Senigallia, ed in conseguenza dell’abitazione di residenza, e il nuovo Ponte 2 Giugno ora chiamato degli Angeli, di proprietà del Comune di Senigallia, in quanto l’infrastruttura, progettata e realizzata da codesti enti in violazione delle norme tecniche di costruzione di cui al decreto ministeriale infrastrutture e trasporti del 17 gennaio 2018, ha provocato l’esondazione del fiume Misa e la conseguente gravissima inondazione della città".
Le famiglie in questione hanno perso anche materiale affettivo "come fotografie, libri e quadri - ha specificato il legale nelle diffide - hanno vissuto momenti drammatici dell’inondazione e tutto ciò che ne è conseguito come la mancanza di corrente elettrica, perdita di beni, ricerca di un nuovo alloggio, mesi e mesi occupati al ripristino dell’abitazione".
L’ingegnere Miranda, consulente tecnico della Procura di L’Aquila, ha avvertito nella sua perizia sulla pericolosità anche odierna del Ponte 2 Giugno con un rischio alluvione perenne per la città perché l’infrastruttura è stata costruita troppo bassa e non a norma.