PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Il Pelikan pronto per il Qatar

L’imbarcazione "mangia rifiuti" verso i mondiali di calcio del 2022

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di Pierfrancesco Curzi

"Credo che Luciano Molinelli sarebbe stato sempre più felice di vedere la crescita della nostra creazione. Insieme abbiamo fatto grandi cose". Paolo Baldoni, Ceo del gruppo Garbage, non dimentica il passato e il pezzo di storia lungo 62 anni che ha portato l’azienda anconetana specializzata nella raccolta, trattamento e smistamento dei rifiuti prodotti dalle navi in porto. Dopo il dolore per la perdita del compagno di viaggio, è tempo di guardare avanti, ad una dimensione mondiale, grazie al pezzo forte del gruppo: il Pelikan, la barca mangia-rifiuti. Dopo aver conquistato la Thailandia, con la commessa iniziale di due prototipi entrati in funzione negli inquinatissimi scali di Bangkok e Phuket, la Garbage si appresta ad allargare gli orizzonti: "Entro il 2021 l’obiettivo è realizzare e consegnare tra le 30 e le 50 imbarcazioni impegnate nella salvaguardia degli specchi d’acqua in tutto il mondo. L’obiettivo è venderne mille entro cinque anni _ spiega Baldoni _. L’emergenza pandemica ha soltanto rallentato la fase promozionale e di vendita del Pelikan, ma stiamo già recuperando. L’accordo con il governo del Kuwait è già cosa certa, adesso stiamo valutando una richiesta da parte della Malesia per risolvere una delicata situazione d inquinamento marino nella zona della penisola malese di Sabah, un autentico paradiso naturale minacciato dall’inquinamento. Il vero colpo, tuttavia, potrebbe essere un altro. In passato abbiamo iniziato a tessere relazioni con i vertici del Qatar ed esiste la possibilità che Pelikan possa essere utilizzato lì durante lo svolgimento dei Campionati del Mondo di calcio del 2022".

Recentemente le cronache internazionali hanno raccontato episodi molto gravi di sversamenti di idrocarburi in mare aperto o lungo dei fiumi molto importanti. Gli esempi arrivano dalla Siberia nel giugno scorso con un vero e proprio disastro ambientale causato dalla dispersione in acqua di gasolio. Più recente, questione di giorni, l’incagliamento di una petroliera giapponese, poi spezzatasi in due, con tonnellate di petrolio finito nel mare cristallino delle isole Mauritius: "Sulla Siberia stiamo trattando con le autorità russe. Per quanto riguarda le Mauritius, come ricordato l’altro giorno durante una diretta radiofonica, non siamo ancora totalmente operativi per interventi in mare aperto, anche se presto saremo pronti. Ad oggi mettere le mani lì al massimo si riesce a limitare il danno del 5-15%. La Garbage e il progetto Pelikan non possono che crescere. Dietro c’è un retroterra di ricerca applicata grazie alla presenza del Cnr e della Politecnica delle Marche. Unendo queste forze possiamo creare, ad Ancona, un polo della ricerca specifica sull’inquinamento marino unico al mondo, un cluster dell’economia blu".

Infine l’evoluzione tecnologica del Pelikan: "Il prossimo passo _ conclude Baldoni è il modello ibrido mentre quello successivo sarà completamente elettrico. Presto ogni imbarcazione sarà dotata di un drone per migliorare le osservazioni delle aree da ripulire, ma il nostro obiettivo è realizzare Pelikan comandati da remoto. Pelikan sarà sempre operativo qui all’interno dell’area portuale, ma la vera novità arriverà a ottobre quando sarà operativo un molo interamente occupato dalle nostre barche nell’area di Marina Dorica".