PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Il pasticciaccio della "serie 23". Lavori fermi, urne in una credenza

Mai realizzato uno dei nuovi edifici al cimitero di Tavernelle: "Dalla cremazione le ceneri sono in uno stanzino"

Il pasticciaccio della "serie 23". Lavori fermi, urne in una credenza

Mai realizzato uno dei nuovi edifici al cimitero di Tavernelle: "Dalla cremazione le ceneri sono in uno stanzino"

Lavori fermi da mesi, loculi in stato di abbandono e urne cinerarie tenute in una credenza in attesa dello sblocco: la serie 23 e un amaro paradosso tutto anconetano. Le amministrazioni comunali si succedono, ma i problemi restano e quanto sta accadendo a uno degli edifici funerari del cimitero di Tavernelle ne è la conferma.

Una situazione a dir poco kafkiana che ieri mattina abbiamo toccato con mano. La serie 23, tra le più nuove, si trova a pochi metri dall’ingresso del cimitero centrale da cui si accede da Passo Varano e dalla Cameranense. Visto il perdurare dei lavori all’ingresso principale, quello in basso lato via del Castellano, quello di cui stiamo parlando sta svolgendo il ruolo di sostitutivo (a parte l’ingresso monumentale) in attesa della fine dell’intervento. Tornando alla serie 23, si tratta di un grande edificio a tre piani, uno interrato e due a salire. Svolti tutti i passaggi propedeutici, il 17 gennaio 2022 sono partiti i lavori del plesso che poi in un secondo momento si sono arenati. La ditta che se ne occupava ha mollato l’impresa e dato il via ai soliti contenziosi. Da poco meno di due anni, a cavallo tra la giunta Mancinelli che aveva promosso l’intervento, e quella Silvetti che lo ha ereditato, a parte brevissimi periodi di attività, la situazione della serie 23 si sta drammaticamente trasformando in un caso.

Gli accessi ai colombari, di forma esagonale e detti a ‘nido d’ape’, diversi da quelli tradizionali, sono stati chiusi e sigillati e viene impedito dunque l’accesso ai familiari dei defunti. Non stiamo parlando di un piccolo colombario, ma appunto di palazzo a tre piani con centinaia e centinaia di loculi, forse più di mille, anche se è davvero difficile contarli.

Con i lavori in corso formalmente non si può accedere e ciò sta generando un doppio disagio. Per quanto riguarda il primo, abbiamo raccolto la denuncia di un cittadino: "Un mio familiare molto stretto è venuto a mancare qualche mese fa _ racconta il cittadino che preferisce mantenere l’anonimato, ma la cui veridicità del racconto il Carlino ha potuto verificare _. In accordo con lui quando era in vita e con resto della famiglia lo abbiamo fatto cremare, ma dal giorno della cremazione l’urna con le sue ceneri si trova dentro uno stanzino della sala del commiato del cimitero. La sua e la nostra volontà era di inserire l’urna nella tomba di un altro familiare deceduto in passato. Insomma, non riusciamo a esaudire quel desiderio e non possiamo neppure accedere alla tomba del nostro caro".

E qui emerge il secondo problema. Essendo formalmente la serie con i lavori in corso, le centinaia di loculi non sono visitabili dai parenti da più di un anno. Abbiamo potuto appurare che ciò si sta traducendo in un avanzatissimo e devastante stato di degrado. Gli unici esseri viventi ammessi sono gatti e piccioni, quest’ultimi in particolare, a stormi, hanno sporcato di escrementi la stragrande maggioranza dei loculi. Ci sono fiori secchi o di plastica, luci votive fulminate o cadute, parti della struttura che si stanno scollando, lapidi a pezzi. Le cose non vanno meglio per l’attigua serie 22, transennata perimetralmente in questo caso a causa del sisma del novembre 2022. Anche qui uno stato di abbandono preoccupante e perdurante nel tempo, tra rifiuti e manutenzioni urgenti.