di Sara Ferreri
"Mancano progetti infrastrutturali a sostegno di quello che comporterà il colosso della logistica Amazon sul territorio e in particolare del traffico. Ma la bretella non sarebbe affatto la soluzione. Siamo pronti a dare battaglia". Lo affermano con forza i sindaci di Chiaravalle e Monte San Vito Cristina Amicucci e Thomas Cillo, consapevoli del rischio che il traffico quotidiano su gomma che inevitabilmente la presenza dell’hub Amazon produrrà, si riversi, già dal prossimo anno, sui loro territori. "Proseguono velocemente i lavori di costruzione dell’hub Amazon – rimarcano Amicucci e Cillo – e purtroppo persiste ancora ad oggi la mancanza di progetti infrastrutturali a sostegno di quello che comporterà il colosso della logistica sul territorio, che porterà anche un aumento di traffico su gomma derivante dal trasporto delle merci e dalla mobilità delle persone i cui dati previsionali sono incerti se non addirittura molto confusi, ma che saranno altamente impattanti sotto molteplici e complessi punti di vista".
Secondo quanto emerso sino ad oggi si parla di 70 camion e mezzi pesanti all’ora. Da e per l’hub gemello di quello che sta sorgendo all’Interporto a Passo Corese vicino Roma transitano fino a 600 camion al giorno, secondo quanto riferito a Jesi l’estate scorsa da Fabio Bertini, assessore di Fara Sabina il quale aveva lanciato l’allarme usura per le strade così trafficate. "Ora rispunta l’idea – evidenziano Cillo e Amicucci – che pare essere la soluzione a tutti i problemi, questa volta suggerita dal presidente di Confindustria, ma già accennata dal presidente di Interporto Marche nell’incontro della consulta tenuto a gennaio scorso a Jesi, della possibile costruzione di una bretella di collegamento tra interporto, aeroporto e casello di Montemarciano, il cui tracciato è sconosciuto (almeno a noi) e che potrebbe interessare i nostri territori comunali". Per i due sindaci questo comporta "il serio rischio di andare a distruggere irreversibilmente un’area già vessata da altre problematiche: l’ennesima conferma di assenza di lungimiranza, di totale mancanza di concertazione con i territori e dell’assenza di una regìa che doveva studiare, analizzare e valutare dati e informazioni certe per condurre ad adottare scelte quantomeno condivise da parte delle amministrazioni, ma soprattutto utili e risolutive".
"Una mancanza – aggiungono i due sindaci civici – che da sempre lamentiamo e i cui ritardi nel dover affrontare questi aspetti rischiano di creare ulteriori ripercussioni, che non intendiamo in alcun modo subire. Siamo come sempre disponibili ad affrontare temi cruciali – concludono – ma non accetteremo di consumare ulteriore suolo, né di sovraccaricare di ulteriore traffico i nostri territori. Se sarà necessario su questo saremo pronti a dare battaglia".
Anche Roberto Campelli, sindaco di Monsano a due passi dal nuovo insediamento non nasconde i timori: "Non mancano preoccupazioni oltre alle aspettative sullo sviluppo programmato per l’Interporto. Siamo ottimisti per la direzione presa da Interporto per uno sviluppo sostenibile e che coinvolga tutti i protagonisti del territorio. Un ottimo punto di partenza".