
Una zona dove si vive bene, ma appena ci si allontana da case e ville ecco che lo scenario cambia tra marciapiedi distrutti, incuria e vandalismi. Preoccupa anche il pericoloso incrocio dove attraversare è un rischio.
Meglio chiarirlo subito: al Pinocchio si vive bene. Il quartiere in collina sembra apparentemente prendere il nome dalla statua di Pinocchio realizzata in marmo e bronzo nel 1954 che si trova a fianco alla storica scuola, in largo Vittorio Morelli, appunto l’artista che l’ha realizzata. Ma il nome del rione deriverebbe, invece, dai "pinochi", cioè i pinoli, in anconetano, semi di alcuni tipi di pino evidentemente molto frequenti nella zona, un tempo. In passato il Pinocchio era una frazione di Ancona. Oggi è un felice quartiere molto vario, dove sorgono case popolari ma anche ville, soprattutto sulla strada che porta verso l’università. Il tratto che da Montedago conduce al Pinocchio è uno dei più panoramici di Ancona, la vista spazia su gran parte della città, sul duomo, sul porto e si incontrano numerose ville e recenti costruzioni di pregio. Peccato, però, che il manto stradale sia ridotto in pessime condizioni, soprattutto verso Montedago. Ma arrivati al Pinocchio si scopre che il duomo si scorge anche da quella che i residenti della zona chiamano amichevolmente "la piazzetta". In realtà è un terribile incrocio a X allungato, dove confluiscono via Maggini, via Montagnola, via Pontelungo, via della Madonnetta, e via del Pinocchio, un crocevia su cui si affacciano diversi esercizi, e dove attraversare la strada è sempre più pericoloso. Una "piazzetta" con vista sul duomo, ma con un attraversamento pedonale sempre lampeggiante, in mezzo a un incrocio trafficatissimo su cui non basta certamente lo sguardo della statua di Pinocchio a limitare i pericoli.
Al Pinocchio si vive bene, ma se ci si allontana qualche metro dalla via delle ville, o dalla parrocchia e dai principali esercizi, ci si imbatte nel degrado e nell’incuria: marciapiedi distrutti in più punti, scritte e sgorbi sui muri ma anche sulle panchine, bottiglie di birra gettate nelle aiuole, altre rotte, per terra, oppure lasciate sulle sedute, materiale vario in strada che attende il passaggio di AnconAmbiente. La scuola media Pinocchio, a fianco alla statua, è chiusa dal 2022 a causa del sisma. Lì davanti la strada scende verso via Monte San Vicino e già alla prima area verde cominciano le sorprese: una panchina che definire in pessimo stato è farle un complimento, la vegetazione che cresce imperiosa, i resti di sfalci accumulati sotto a un pino, poco oltre sacchetti d’immondizia tra la vegetazione. Eppure tutto intorno il manto stradale, che appare completamente nuovo, arricchisce il contrasto. Da quel punto di via Monte San Vicino si scende al parchetto e al "circolo sportivo-culturale-ricreativo Collodi", come recita l’insegna: dalle porte e dalle finestre si scorgono campi da bocce e da biliardo. Sul retro dell’edificio, quello che si affaccia sul parchetto, sui campi sportivi e sulle nuove abitazioni, un bel mucchio di detriti proprio a fianco ai cassonetti della differenziata, a poca distanza sgorbi e graffiti, come pure su gran parte del muretto che racchiude il campo da calcetto e quello da basket. Su quest’ultimo addirittura un monopattino lanciato in aria e incastrato sulla rete di protezione, ma anche un carrello della spesa, forse di qualche emulo del protagonista della Strada, il romanzo di McCarthy. Sembra un altro quartiere: sono i contrasti del Pinocchio, come quelli di via Carpegna, tra la palestra completamente rinnovata anni fa e la cappella votiva di via Maggini, invece in stato di totale abbandono.