PIERFRANCESCO CURZI
Cronaca

Il ministro tranquillizza: "Il Cpr a Falconara? Al servizio del territorio"

Piantedosi ieri ha presieduto il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica "Stanno terminando le indagini geofisiche, poi via al dialogo con le istituzioni".

Piantedosi ha presieduto il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica

Piantedosi ha presieduto il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica

"Al momento stanno terminando le indagini geofisiche del terreno, vediamo cosa emerge e poi procederemo a una sana interlocuzione con le istituzioni locali, dal presidente della Regione alla sindaca di Falconara. Faremo tutto in accordo e con il pieno convincimento sulla proficua valenza di una struttura del genere". La struttura di cui parla il ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, è il Cpr (Centro di permanenza per i rimpatri) che verrà allestito nell’area dell’ex aeroporto militare di Falconara. Piantedosi, a margine della seduta del Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica che si è svolto ieri mattina in prefettura, non si è assolutamente sottratto alle domande sul Cpr dopo che il Carlino, il 1° ottobre scorso, ne ha disvelato i piani cogliendo di sorpresa la politica locale.

È lo stesso Piantedosi a dire che "sulla vicenda ho letto che c’è stato un po’ di fraintendimento e mi fa piacere rispondere alla domanda", poi conferma l’avvio dell’indagine geofisica e non chiude la porta a eventuali alternative, sebbene la soluzione falconarese appaia l’unica papabile: "Il progetto è in una fase di verifica preliminare, servono indagini conoscitive approfondite per capirne il grado di realizzabilità e adesso questo si sta facendo" ha aggiunto il responsabile del Viminale. La fase preliminare, le indagini geofisiche, dovrebbero essere ormai concluse e vista la fretta del governo di rafforzare la rete dei Cpr in Italia, è probabile che la risposta definitiva sia destinata a diventare ufficiale prima della fine dell’anno.

Successivamente Piantedosi è passato all’analisi sulle necessità di realizzare questi centri sciorinando una serie di dati sulla delittuosità del nostro territorio: "Voglio precisare, e di questo ne abbiamo parlato in Comitato, che queste sono strutture al servizio del territorio – ha aggiunto il Ministro – Ci si chiede di rafforzare le politiche di integrazione degli irregolari, ma noi dobbiamo anche essere netti e rigorosi su chi commette reati. Dl resto sono i numeri a parlare, quelli del sistema nazionale delle denunce. La popolazione straniera regolarmente residente in provincia è circa il 9% del totale, ad Ancona sale al 14-16%: nel totale dei delitti commessi nell’Anconetano sono il 40%, percentuale che sale al 47% in città. Ciò non vuol dire che un immigrato ha una propensione maggiore a delinquere, ma in condizioni di illegalità molti sono attratti a commettere reati, specie chi finisce di scontare una pena. I centri per i rimpatri servono a rendere più efficaci le espulsioni, esistono per mandato nei confronti del ministro che deve applicare tali regole e favorire, su tutto il territorio nazionale, la creaizone di una rete tra questi centri. Mi lasci tranquillizzare la popolazione. Queste strutture sono dedicate al territorio, non sono centri di accoglienza ma di trattenimento, dove le persone non possono uscire e dove sono previsti dei presidi di polizia. Grazie a ulteriori misure, anche sotto il profilo del personale, rafforzeremo i siti, quelli esistenti e gli altri che sorgeranno".

Infine un passaggio sull’Albania e sul Cpr di Gjader, al centro di polemiche sulla necessità di averlo attivato: "Il Governo è convinto della scelta fatta, ma purtroppo i percorsi giudiziari sono lunghi e complessi. Quando le regole UE saranno più stringenti, l’applicazione delle leggi cambierà".