REDAZIONE ANCONA

Il grido delle associazioni: "Spiagge libere, giù le mani"

L’incontro organizzato da Mezzavalle libera, il Pungitopo, Italia Nostra e Mare Libero "Sono un tesoro in via d’estinzione. A Portonovo spostamenti di materiali".

Un momento dell’incontro organizzato ieri dalle associazioni

Un momento dell’incontro organizzato ieri dalle associazioni

"Libertà e partecipazione". Questo lo slogan scandito nel corso dell’iniziativa che si è svolta venerdì sera al Lazzabaretto di Ancona su "Spiagge libere. Un tesoro in via di estinzione". L’evento, molto partecipato, è stato organizzato da Mezzavalle libera, il Pungitopo, Italia Nostra e Mare Libero al fine di mantenere alta l’attenzione dei cittadini sul diritto di accedere liberamente e godere delle spiagge. "Un tesoro che sta scomparendo – ha detto Claudio Molinelli di Mezzavalle Libera – Il dibattito è iniziato quest’anno per lo spostamento di materiale da una spiaggia libera verso una data in concessione. Con i soldi pubblici si dava una spiaggia ai privati. C’è stata una manifestazione di cittadini molto partecipata. Da lì è partita la discussione sulla scadenza di tutte le concessioni balneari. Questo non è un dibattito contro qualcuno o una categoria, ma è per la difesa dei beni comuni che sono di tutti". Per Molinelli gli interessi comuni e quelli privati devono coesistere. "Il 70% delle spiagge italiane sono date in concessione. Il 30 che rimane riguarda anche zone come le foci dei fiumi, vicino ai porti o ai cantieri che non possono essere balneabili. Si arriva a meno del 20%". Gli organizzatori hanno posto poi l’accento su Portonovo dove il Comune ha dato in concessione l’area ex rimessaggio vicino alla Torre con la nascita dello stabilimento la Spiaggina, "dove gli interventi progettuali previsti non sono stati eseguiti. Poi che dire della concessione ventennale data a MSC per il molo Clementino?". Molto si è parlato della Bolkestein. "Gare o non gare – ha specificato Vitaliano Daddato di Pungitopo – noi vogliamo puntare sul bene in quanto tale. In Italia ci sono solo 142 chilometri quadrati di spiaggia, molto pochi e quindi molto preziosi".

Gli interventi hanno riguardato anche i canoni delle spiagge in concessione: "Con il guadagno di dieci ombrelloni – ha sottolineato Molinelli – i concessionari pagano l’intera quota annuale al demanio". Anche Italia Nostra è a favore della Bolkestein: "Bene che ci siano forme di tutela per chi ci ha lavorato per anni – ha detto Maurizio Sebastiani – ma va comunque fatta chiarezza. Grave quanto è avvenuto questa estate con l’occupazione da parte degli stabilimenti anche dei cinque metri di spiaggia che per legge devono essere lasciati liberi. Un’anarchia che non ha visto l’intervento della competente Capitaneria di Porto, del Comune o del parco del Conero. Abbiamo fatto le segnalazioni alle autorità ma non c’è stata risposta".

Proseguendo su questa linea Lorenzo Serretti di Mare libero ha evidenziato: "L’assurdità del sistema Italia. Il Paese incassa 115 milioni per le concessioni, il Comune di Milano per la Galleria ne incassa 80. Nel 2023 tutte le concessioni sono scadute e tutti gli atti emessi dai Comuni per le le proroghe sono illegittimi perché in contrasto con la normativa europea. La nostra non è una battaglia persa. Non devono essere date altre spiagge libere in concessione. In Italia, a differenza degli altri paesi europei, il bene pubblico è stato messo nel mercato e come tale assoggettato alla Bolkestein. In Francia e Spagna non se ne parla perché la percentuale di spiagge in concessione è irrisoria. In Italia si deve applicare perché ne è stato fatto un abuso".

Claudio Desideri