VALERIO CUCCARONI
Cronaca

Il direttore del Parco: "La produzione del film ci ha chiesto di tagliare 28 alberi alle Terrazze"

Zannini: "Si tratta di ceppaglie di quaranta, cinquant’anni. Il bosco è stato trasformato dall’uomo, non è più caratterizzato da biodiversità. E’ un habitat degradato cha sarà rinaturalizzato". Via 80 mq di chiome.

Zannini: "Si tratta di ceppaglie di quaranta, cinquant’anni. Il bosco è stato trasformato dall’uomo, non è più caratterizzato da biodiversità. E’ un habitat degradato cha sarà rinaturalizzato". Via 80 mq di chiome.

Zannini: "Si tratta di ceppaglie di quaranta, cinquant’anni. Il bosco è stato trasformato dall’uomo, non è più caratterizzato da biodiversità. E’ un habitat degradato cha sarà rinaturalizzato". Via 80 mq di chiome.

"La produzione del film ’Il Maestro" ha richiesto l’abbattimento di 28 elementi, alti 8 metri, alle Terrazze di Portonovo", dove sta realizzando un finto campo da tennis. È il direttore del Parco del Conero, Marco Zannini, a dichiararlo al nostro giornale, durante un colloquio sulle motivazioni tecniche che hanno condotto l’Ente ad accordare il nullaosta alla produzione, Indigo Film. La cifra si avvicina al numero individuato dai Carabinieri della Forestale, che ne hanno contati 23. Allora perché il vicepresidente del Parco del Conero, Riccardo Picciafuoco, ha dichiarato che i lecci tagliati erano 6?

"Sono i principali, che mi sono stati comunicati", risponde Picciafuoco, "mi sono confrontato con il direttore stamattina (ieri, ndr): c’era una relazione agronomica, accompagnatoria del progetto, dettagliatissima, a cui Zannini ha risposto con le sue integrazioni e prescrizioni. Mi avvarrò della Forestale per verificare che non siano stati fatti abusi, rispetto a quanto autorizzato. Non mi sembra che ci sia responsabilità penale, perché gli interventi rientrano nella gestione ordinaria del bosco. Stiamo pensando a una conferenza stampa che chiarisca tutti gli estremi di questa situazione". La questione è tecnica e occorre spiegare che, nel linguaggio botanico, i lecci tagliati non sono alberi, ma polloni. Un tempo, alle Terrazze, c’erano alberi di leccio, nel senso di piante legnose, con fusto principale dritto, perenne, solitario, ma furono tagliati. Quelli che la Indigo Film ha previsto di tagliare erano polloni di leccio, cioè rami sorti attorno alle cicatrici di vecchi tagli, usati, una volta cresciuti, per ricavare legna, dato che quell’area era adibita a silvicoltura. Insieme, i polloni formavano "ceppaglie". Suddivise in quattro gruppi, il loro diametro andava dagli 8 ai 20 centimetri. Per capire, però, i tempi della natura, abbiamo chiesto al direttore Zannini che età avessero queste "ceppaglie", che i non addetti ai lavori chiamano alberi: "Quaranta o cinquant’anni", ci ha risposto. Chiarito questo, Zannini ha anche sottolineato che "nell’area delle Terrazze il bosco, fortemente antropizzato, cioè trasformato dall’intervento dell’uomo, che vi aveva collocato panchine e giochi per bambini, non è più caratterizzato da biodiversità, che consiste nella presenza di specie diverse". "Quella porzione del bosco è un habitat degradato", sostiene Zannini, "non aveva molte possibilità di ripristinarsi come habitat. Per ripristinarla avevamo due opzioni: una passiva, chiudendo l’area, l’altra attiva, rinaturalizzandola". La scelta, presa in autonomia dal direttore, è stata quella di consentire la rinaturalizzazione, per cui, spiega, "dopo la fine delle riprese, sul fronte mare saranno collocate, per esempio, piante di specie diverse e altezza variabile, da un metro a due metri, con un lavoro da giardiniere". L’Ente Parco ha supervisionato i lavori della ditta, affinché rispettasse le prescizioni?

"Non posso andare su tutti i cantieri", ha dichiarato Zannini, "siamo solo in sei a lavorare qui". Un gravissimo problema, dato che significa gestire 1000 ettari di riserva a testa, il Parco del Conero estendendosi per 6000 ettari, su quattro comuni. Risolvere questo problema spetta alla politica, ovvero alla cittadinanza e alle istituzioni. All’interno dell’area, tempo fa, sono stati tagliati cinque ettari di pini e lecci, per opere di rimboscimento, a Pian de Raggetti: un intervento molto più consistente. Sarebbe bastato comunicare per tempo il ripristino delle Terrazze. Perché non è stato fatto? "Riconosco l’errore di comunicazione, che condividiamo con il Comune di Ancona, proprietario dell’area", ammette il direttore.