Il "De bello gallico" in prima mondiale

Jesi, la stagione lirica propone il lavoro del compositore Campogrande: "Possiamo parlare di un’opera buffa"

"La costruzione demagogica di un capo di Stato può essere un argomento da trattare con leggerezza? Noi abbiamo detto sì perché trovare un tono leggero e buffo ci avrebbe permesso di arrivare al pubblico. E così possiamo dire che il ‘De bello gallico’ è un’opera buffa".

A parlare è il compositore vivente, come ama definirsi, Nicola Campogrande, autore delle musiche che stasera (ore 20.30, in replica domenica alle 16), in anteprima mondiale saranno eseguite al teatro Pergolesi dal Time machine ensemble diretta dal maestro Giulio Prandi.

"Il De bello gallico prosegue la tradizione dell’opera buffa italiana – aggiunge Campogrande - seppur con qualche momento commovente o drammatico – con arie, cori, duetti, concertati che, con un linguaggio nuovo, si collegano a strutture codificate e riconoscibili dal pubblico. Le melodie sono chiare, memorizzabili. E la scrittura strumentale nasce in supporto alle voci, per mettere in evidenza la gioia di raccontare una storia attraverso il canto".

Un De bello gallico che affronta con tono leggero i meccanismi del potere, dell’autocelebrazione, della seduzione delle masse, della guerra. Canta il Coro Universitario del Collegio Ghislieri, maestro del coro Luca Colombo. Il libretto è di Piero Bodrato, dai Commentarii de bello gallico di Caio Giulio Cesare. "Con questa opera ridiamo, in essa vediamo bellezza, ma grazie ad essa ripensiamo e abbiamo uno strumento in più quando leggiamo i quotidiani" aggiunge Campogrande.

"Con l’opera dei compositori viventi - aggiunge il regista Tommaso Franchin – la lettura orchestrale è una sorpresa anche per me. È difficile e divertente al tempo stesso sintonizzarsi con il sogno e la visione di un altro. Una scommessa. Vedrete dei lottatori, dei boxeur, vedremo la strategia e la vittoria del loro leader e vedremo Cesare che, dall’antica Roma, arriva ai giorni nostri – aggiunge il regista Tommaso Franchin –. Ci saranno assedi e guerre come match decisivi, come partite finali. E allora la scena sarà una gradinata da cui assistere alla sfida, alla nascita di un leader, una gradinata da cui invocare il proprio capo, e da cui rovesciarlo. E chi cade più fragorosamente di un campione, un campione di boxe? E dove se non nello sport il culto del corpo arriva ai massimi livelli e così anche la narrazione e il culto del campione?".

"Questa è l’opera che celebra l’impresa del condottiero, nel linguaggio scarno del resoconto militare, ma è anche il testo che fonda la grandezza del futuro dictator perpetuus di Roma, personaggio storico tra i più famosi di tutti i tempi e purtroppo modello di molti futuri dittatori che si sarebbero affacciati al palcoscenico della storia" spiega il librettista Piero Bodrato.

"Dirigere un ensemble indipendente come il Time machine ensemble dove il musicista più anziano ha 27 anni – rimarca maestro Giulio Prandi – è entusiasmante, porta grandissima energia e consente di sperimentare". Protagonista nel ruolo di Cesare è il baritono Giacomo Medici, reduce da una felice tournée in Corea del Sud nel ruolo di Rigoletto e in Giappone come Alfio in Cavalleria Rusticana. Completano il cast due talenti dalla promettente carriera: il tenore Oronzo D’Urso, che canta nel doppio ruolo di Aulo IrzioVercingetorige, e il soprano ucraino Nikoletta Hertsak nel ruolo della Figura Allegorica. Biglietti: da 10 a 25 euro: 0731 206888.

Sara Ferreri