REDAZIONE ANCONA

Il Comune nel mirino del Pd: "Altri tagli alle famiglie con disabili. Non scaricate la colpa sull’Ast 2"

L’affondo dei dem dopo la risposta in consiglio comunale dell’assessore ai Servizi sociali, Manuela Caucci

Il Comune nel mirino del Pd: "Altri tagli alle famiglie con disabili. Non scaricate la colpa sull’Ast 2"

L’assessore ai Servizi sociali Manuela Caucci ha risposto a un’interrogazione del capogruppo Dem Susanna Dini

"Tagliate le settimane di assistenza educativa domiciliare per i ragazzi con disabilità". Il gruppo consiliare di Ancona del Partito Democratico torna all’attacco sul tema dopo l’interrogazione urgente presentata in consiglio comunale dalla capogruppo Dem Susanna Dini. Obiettivo del Pd anconetano la giunta, l’assessore ai servizi sociali Manuela Caucci e, seppur indirettamente, anche l’Ast 2. Proprio la Caucci, replicando in aula, aveva palesato l’impotenza da parte dell’azienda sanitaria a risolvere il problema per carenza di personale: "Ogni anno il Comune di Ancona – si legge in una nota diffusa ieri dal gruppo Pd – attiva, da regolamento, l’assistenza educativa domiciliare extra scolastica per i ragazzi con disabilità, un servizio presente da anni, fondamentale per le famiglie, che da regolamento dura 48 settimane. Per alcune famiglie quest’anno non è andata cosi. Si sono ritrovate con meno settimane e quindi meno ore di assistenza educativa domiciliare, scelta che non rispetta neanche l’art. 7 del regolamento dove è specificato che le settimane di assistenza educativa domiciliare devono essere 48 in un anno". I Dem tornano sulla risposta dell’amministrazione al problema: "Una scelta grave che l’assessore Caucci ha provato a giustificare, imputando il ritardo del servizio all’Ast di Ancona, che per carenza di personale ha ritardato la collaborazione per i piani individualizzati. Tutto questo prosegue la scia delle limitazioni già imposte dall’amministrazione in estate, dove i genitori con figli con disabilità per la prima volta non hanno potuto scegliere il centro estivo che ritenevano più consono per il proprio figlio, ma li hanno dovuti mandare nei centri estivi comunali. Abbiamo sentito più volte dire non lasceremo indietro nessuno, cosa che non sta accadendo".