Il bullismo si diffonde sempre più. Le vittime si rifiutano di parlarne

Il bullismo nelle scuole italiane è diffuso e dannoso, con migliaia di vittime e casi gravi. Le cause sono molteplici, ma è urgente combatterlo per garantire un ambiente sicuro agli studenti.

Il bullismo si diffonde sempre più. Le vittime si rifiutano di parlarne

Il bullismo si diffonde sempre più. Le vittime si rifiutano di parlarne

Il bullismo si può definire come una forma di violenza verbale, fisica e psicologica ripetuta nel tempo in modo intenzionale da una o più persone nei confronti di un’altra. Nelle scuole di oggi, il bullismo è molto diffuso. Secondo alcune statistiche sono presenti circa 32.600 casi di grave bullismo in Italia, ciò la rende uno degli Stati con un numero importante di vittime. Leggiamo purtroppo troppo spesso fatti di cronaca legati al bullismo e agli effetti negativi sulla vittima che manifesta problemi di autostima e fiducia. Lo scopo del bullo è proprio questo: indurre la persona bullizzata a sentirsi insicura e sbagliata. Questo avviene per molteplici motivi derivanti dalla situazione del bullo stesso, che nella maggior parte dei casi compie questi comportamenti ostili perché si sente insicuro lui per primo e per far sì che la propria autostima aumenti distrugge quella altrui.

Esistono però molte altre ragioni come l’invidia, le situazioni familiari stressanti che portano il bullo ad usare un’altro come capro espiatorio per sfogarsi, o perché nota in lui un comportamento, un’insicurezza che rivede in sé stesso e che odia, o ancora perché i suoi genitori sono stati poco presenti o lo hanno educato utilizzando un metodo scorretto. In seguito ad atti di bullismo ci sono stati anche molti casi di suicidio: in Italia se ne registrano circa 200 all’anno fra i giovani. Un’altra parte del problema è che spesso le vittime di bullismo sono adolescenti e non sanno a chi rivolgersi per uscire dalla situazione in cui si trovano. Molto spesso i ragazzi che vengono bullizzati si vergognano della loro situazione oppure hanno paura di venir chiamati ’fifoni’ o ’spioni’, perciò si rifiutano di parlarne con genitori o professori.

Questo porta a trattenere le proprie insicurezze e a dare corda ai bulli. Ci sono modi coi quali il bullo agisce: può aggredire fisicamente o verbalmente o persino sui social. Questo fenomeno è chiamato cyberbullismo e ormai è una piaga del nostro tempo. Si sta diffondendo velocemente in tutte le scuole provocando centinaia di vittime e la cosa più importante da fare ora è sradicare questo fenomeno che affligge già da troppo tempo i ragazzi, rendendo le scuole un posto sicuro per gli alunni.

Elena Dolcimele,

Giulia Ripari

e Arianna Capricci IIIF