
Il bio di Fileni nel mirino di Report Nei video polli maltrattati e uccisi
Fileni, primo produttore in Italia di carni bianche da agricoltura biologica finisce nel mirino di Report. Secondo l’inchiesta del programma che ha fatto la storia del giornalismo investigativo tv - che anche tramite la Lav, associazione in difesa degli animali, ha mostrato immagini riprese con telecamere nascoste - i polli non trascorrerebbero abbastanza vita all’aria aperta, mangerebbero mangime anche ogm e verrebbero uccisi con la torsione del collo e lo schiacciamento non solo in caso di malattia ma anche di crescita insufficiente (mancato incremento ponderale). Quest’ultimo aspetto è stato testimoniato da un ex operaio che, in anonimato, ha spiegato come al macello i polli debbano essere tutti di un’altezza simile a favore della lama che li uccide. Dalle immagini riprese di nascosto, emergerebbero circostanze diverse da quelle indicate nelle etichette dei prodotti bio. Secondo quanto denuncia la giornalista Giulia Innocenzi per giorni gli animali, ad esempio dai capannoni di Falconara, non si vedono uscire dagli stabilimenti dove, sembrerebbe, trascorrono invece larga parte della loro esistenza. In alcuni casi anche con le luci accese di notte, secondo l’accusa, per fare in modo che i polli crescano più rapidamente. Grande impatto sul pubblico hanno avuto le immagini della soppressione di alcuni capi da parte degli operai. Il metodo più diffuso sarebbe quello della torsione del collo, ma le immagini riprendono anche alcuni uomini intenti a prendere a calci i polli e a lasciarli agonizzanti a terra. Nei video ripresi dalla Lav, alcune carcasse sarebbero abbandonate da giorni. A detta di un ex operaio perchè non sono abbastanza grossi. Oppure perchè non raggiungono l’altezza standard. In fase di macellazione, infatti, se il pollo non arriva al taglio del collo rischia di bloccare il processo. Secondo i dati forniti da Report sarebbero fino a 280 quelli uccisi al giorno in uno stabilimento: su questo Giulia Innocenzi ha cercato di avere risposte da Alberto Tibaldi, direttore funzione veterinaria alimentare Asur Marche si è rifiutato di rispondere ad alcune domande. Al vaglio anche le emissioni di ammoniaca, con la centralina dell’Arpam posizionata su sollecitazione dei residenti a Ripa Bianca e che secondo la denuncia di Report all’inizio è risultata non funzionante. Nel mirino dei giornalisti d’inchiesta anche il pollo broiler, quello che arriva ad avere un petto di dimensioni così grandi da impedirgli di stare in piedi. Secondo l’inchiesta questo pollo non può essere considerato bio (l’11% della produzione totale di Fileni che negli ultimi dieci anni ha realizzato dieci allevamenti intensivi nelle Marche) e un tecnico dell’azienda Adriano Delzeri ha riferito alla Innocenzi che non verrebbe utilizzato, ma dalle immagini riprese dalla onlus Lav sembrerebbe che la stessa qualità venga allevata negli stabilimenti Fileni. La trasmissione ha dato voce anche a chi abita in prossimità degli stabilimenti intensivi come quelli di Ripa Bianca a Jesi e Monte Roberto e ha inviato segnalazioni per i cattivi odori e per le presunte irregolarità.