Il plesso dell’istituto ‘Benincasa’ in via Marini inagibile e ormai svuotato. Per due anni, almeno stando ai piani della Provincia di Ancona, le lezioni per oltre 700 studenti si svolgeranno all’ex ‘Savoia’ in via Vecchini, con buona pace di chi sostiene che riportare una scuola così grande nel cuore del traffico cittadino sia un rischio per la salute degli alunni.
Il professor Floriano Bonifazi, dopo più di un anno ancora in bilico sulla firma di consulente del Comune proprio per l’ambiente e contro l’inquinamento, ha definito quella soluzione un suicidio e una ‘camera a gas’ la scuola tra le vie Vecchini, Giannelli e San Martino. L’amministrazione comunale si è dovuta inchinare alla scelta ritenuta necessaria dalla Provincia, senza alternative possibili, e a sua volta avrà il suo bel daffare per risolvere l’altro nodo cruciale: la viabilità. Il via libera alla ripresa delle elezioni all’ex Savoia il prossimo 11 settembre, circa sedici anni dopo il suono dell’ultima campanella, ha costretto l’amministrazione a rivedere il Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile, e soprattutto a posticiparne il passaggio in giunta prima dell’adozione.
Oltre 800 persone quotidianamente lì, tra studenti, docenti, personale vario e visitatori, significa congestionare ancora di più un traffico, già al limite il mattino. L’assessore competente al Pums, Giovanni Zinni, sta studiando nuove soluzioni viarie, tra cui il coinvolgimento nella rete viaria di via Isonzo e via Piave per decongestionare il centro. La strada di fianco all’edificio scolastico, inoltre, quella chiusa al traffico e usata dai bus di linea che collega via Vecchini a via Giannelli, verrà messa a sosta dedicata per il ‘Benincasa’, con molti posti per scooter e moto. In via Monte Marino resterà attivo il plesso che ospita lo scientifico ‘Savoia’, mentre il ‘Benincasa’ (quello di destra guardando le facciate) è già smobilitato. Siamo andati a verificare la situazione. In attesa della demolizione e poi della ricostruzione, e quindi del ritorno delle lezioni lì e non più all’ex ‘Savoia’, l’edificio è stato letteralmente dismesso e svuotato. Da settimane, se non mesi, la segreteria lavora in modalità ‘smart working’ in attesa di posizionarsi all’interno del nuovo plesso dove la Provincia ha speso circa 1,5 milioni di euro per realizzare un impianto di ventilazione interno all’avanguardia in grado di evitare conseguenze per la salute degli studenti al netto della qualità dell’aria attorno.
Pierfrancesco Curzi