ALBERTO BIGNAMI
Cronaca

I tentacoli della mafia nigeriana

Adepti bendati e bastonati in casa "Da oggi sarai uno degli Eiye"

di Alberto Bignami

Avevano tutte le caratteristiche di un’organizzazione mafiosa. Intimidazione, assoggettamento, omertà; alle quali se ne aggiungevano altre che li contraddistinguevano, come l’utilizzo del ‘Blu Beret’, baschi blu, che indossavano nel corso nel corso delle riunioni segrete che si svolgevano nelle proprie abitazioni. Questo era uno dei simboli tipici degli ‘Eiye’, un clan mafioso. Diciannove i 19 nigeriani raggiunti da misure di custodia cautelare in carcere, dei quali 15 arrestati e 4 ricercati. Due anni di indagini della Squadra Mobile di Teramo, diretta da Roberta Cecchetti e alla quale hanno collaborato anche gli agenti della Squadra Mobile dorica, e operante da Teramo fino ad Ancona e provincia. L’operazione ‘Pesha’, chiude il cerchio con le precedenti ‘Subjection’ del luglio 2019 e ‘Travellers’ dello scorso dicembre incentrate sulla tratta di esseri umani e immigrazione clandestina. La polizia ha smantellato la ‘Supreme Eiye Confraternity’, bandita in Nigeria perché tra le più pericolose e sanguinarie, con tanto di adepti che per farsi riconoscere avevano un’aquila tatuata sul braccio o cucite sopra ai vestiti. I rapaci, in particolar modo l’Akalamagbo, era il loro simbolo e tutto era legato al mondo degli uccelli tanto che gli appartenenti si chiamavano ‘Birds’.

Anche le cariche gerarchiche erano ben definite: oltre al capo, l’Ibaka, c’era pure un ‘comitato esecutivo’: 7 cariche e ognuna che rimanda ad animali qual colomba, struzzo e aquila. Anche il saluto avveniva con le mani un po’ chiuse, strette a mo’ di artiglio di rapace. Non mancava poi un linguaggio tipico e un ‘inno’ proprio. Per il resto erano come le mafie autoctone e ad appartenervi potevano essere solo nigeriani che entravano a far parte del ‘Pesha Nest’ (nome delle cellule locali ndr) ed erano dediti al riciclaggio e illecita intermediazione finanziaria verso la Nigeria grazie al denaro incassato con la tratta di giovane donne avviate alla prostituzione lungo la Bonifica del Tronto e sottoposte a violenze e vessazioni; cessione di stupefacenti; reati violenti nei confronti di aderenti ad altri cults o punitivi nei confronti di altri connazionali.

I Birds picchiavano infatti chi non rispettava le regole o era latitante alle riunioni oppure coloro che si rifiutavano di entrare. Il rito di iniziazione era molto caratteristico e il racconto è stato fatto dalla viva voce di un collaboratore, un nigeriano, che all’ennesimo pestaggio ha deciso di rivolgersi alla polizia raccontando il rito tribale di iniziazione durante il quale si alternava una grandissima violenza. L’adepto veniva bendato e fatto inginocchiare, poi pestato a sangue quindi, integrato una volta detta la frase "Giako giako open yuor mind" cioè il "dio degli Eieye ti sta aprendo la mente e gli occhi". Oltre ai 15 arresti, le 4 donne avviate alla prostituzione e trattenute grazie a riti Vudu, sono state liberate.