Le organizzazioni sindacali hanno chiesto al Governo di coinvolgere le Regioni Marche e Lombardia per tentare di scongiurare la chiusura dei centri ricerca di Beko prima del prossimo incontro al Mimit fissato per domani pomeriggio. Sarà un’altra occasione preziosa per far valere quanto già chiesto. "Nelle funzioni di staff e di ricerca la riduzione degli esuberi è insoddisfacente, passando da 678 a 500, di cui circa 270 in Lombardia, 210 a Fabriano e 20 sparsi negli altri siti. Nel complesso restano in Italia ben mille 284 esuberi, di cui 312 a Cassinetta, 64 a Melano, 80 a Comunanza, 40 a Carinaro e 288 a Siena, sito per cui è prevista la fine della produzione a fine anno e per cui ancora non c’è una soluzione alternativa. Non abbiamo ricevuto una risposta accettabile nemmeno sugli incentivi all’esodo", ribadiscono.
Dall’altra parte, sul caso delle Cartiere del Gruppo Fedrigoni, i sindacati chiedono ulteriori sforzi all’azienda per arrivare a soluzioni di occupazione stabili e non temporanee. Ad oggi, dopo tre mesi dalla firma, i numeri dicono: da 173 lavoratori coinvolti, si è passati a 166 a seguito di 7 dimissioni. Di questi 166, a fine dicembre ne sono stati ricollocati 82, a gennaio 30 e a febbraio 17. Di tutti questi lavoratori la maggior parte è stata ricollocata stabilmente e in maniera permanente sul territorio; circa 50 sono collocati spostandosi in maniera temporanea sul territorio. Restano 30 unità in cassa integrazione e sei in congedo permanente o congedo.