Nel menù delle pietanze che cucinava c’era scritto che la carne era di quelle qualitativamente migliori, perché indicavano il riconoscimento Igp, l’indicazione geografica protetta, e Qm, che caratterizza la carne marchigiana, quindi locale. Ma dal controllo fatto sulle fatture e sulle confezioni la carne è risultata solo di provenienza nazionale, senza quei requisiti a cui il centro cottura si sarebbe dovuto attenere. Per questo il rappresentante legale di una società che ha in appalto una mensa universitaria in città è stato denunciato per frode in commercio.
La struttura è finita nei controlli dei carabinieri del Nas di Ancona, guidati dal comandante Alfredo Russo, che nei giorni scorsi hanno operato in diverse ispezioni nell’ambito della campagna di controlli a livello nazionale finalizzato alla verifica dei servizi di ristorazione e delle imprese di catering assegnatari della gestione delle mense nelle scuole. Nella provincia di Ancona i militari hanno controllato 8 strutture e l’irregolarità è stata trovata nella mensa del capoluogo dorico. La carne cucinata e data da mangiare era quella bovina e diversa, per origine e qualità, da quella indicata sul menù che prevedeva in via esclusiva carne di indicazione geografica protetta e marchigiana. Il legale rappresentante potrà chiarire i fatti che lo riguardano.
Relativamente alla regione Marche, i Nas di Ancona hanno ispezionato 22 locali, fra laboratori di produzione pasti, punti cottura e ambienti di refezione scolastici, dagli asili alle università. Oltre alla provincia di Ancona i controlli hanno riguardato quella di Ascoli Piceno, con tre ispezioni, la provincia di Fermo, con un controllo, Macerata con cinque e 6 in quella di Pesaro-Urbino. In un solo caso sono state accertare carenze igienico sanitarie mentre in misura maggiore sono state rilevate carenze strutturali che hanno portato alla contestazione amministrativa di 14 sanzioni per un totale 15.500 euro. Nessuna riguarda Ancona. In una circostanza, a Camerino, in una mensa scolastica, è stata accertata la non tracciabilità di 15 chilogrammi di pane e prodotti da forno privi di qualsiasi indicazione di provenienza, nonché la presenza di due forme di formaggio scadute. La merce è stata sequestrata e sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di 3.500 euro.
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