REDAZIONE ANCONA

I misteri della bengalese: "Mia figlia non aveva delle nozze combinate. Era ancora una bambina"

I misteri della bengalese: "Mia figlia non aveva delle nozze combinate. Era ancora una bambina"

Il caso della ragazzina bengalese morta dopo essere precipitata dal balcone era seguito e attenzionato dai servizi sociali del Comune. A confermarlo è stata Manuela Caucci, assessore comunale alle politiche sociali, scossa, come del resto tutto il suo personale, per quanto accaduto: "È una vicenda che ci ha scioccato e fatto arrabbiare _ commenta la Caucci _, perché la fase emergenziale di quale caso sembrava essere stato affrontato in tempo e con buoni risultati. I genitori erano stati dichiarati idonei. Purtroppo ci siamo illusi tutti.

Non posso rimproverare nulla a nessuna delle operatrici del mio servizio, ci hanno messo il massimo impegno. Pensi, quella che ha seguito più da vicino il caso della quindicenne non dorme dal giorno del dramma. Sembrava tutto risolto, ma probabilmente è successo qualcosa di traumatico per arrivare alla tragica conseguenza".

È successo tutto in sei mesi circa, dalla tarda primavera, quando la giovane frequentava ancora la terza media in una scuola del quartiere Piano, dove lei stessa risiedeva assieme ai genitori, fino alla notizia del volo dal balcone: "Lei era una ragazzina molto integrata che non aveva alcuna intenzione di tornare in Bangladesh _ aggiunge Manuela Caucci _. Lei voleva proseguire gli studi e restare in Italia, per questo nel frattempo si era iscritta a un istituto superiore professionale che a settembre ha iniziato regolarmente a frequentare. Proprio a fine agosto la sua situazione familiare sembrava essersi sistemata. La vicenda era seguita dalla sua scuola che poi ha inviato una segnalazione alla Procura minorile che ha subito fatto scattare un’indagine sociale.

È stato aperto un fascicolo in tribunale e a quel punto sono stati interessati anche i nostri servizi sociali. La procura ha disposto un decreto per il divieto di espatrio della ragazzina e approfondito le effettive capacità genitoriali del padre e della madre. La quindicenne (gli anni compiuti pochi giorni prima di morire, ndr.) è stata seguita da un consultorio familiare.

I genitori, soprattutto il padre, sono subito sembrati molto collaborativi. Le mie collaboratrici hanno affrontato una serie di sedute alla presenza anche di un mediatore culturale e alla fine del percorso i genitori sono stati dichiarati idonei".

Tra agosto e settembre la fase più felice della vicenda, quando davvero l’allarme sembrava rientrato. La ragazzina ha iniziato il suo percorso scolastico alle superiori e le cose andavano bene. Stando a quanto detto dalla dirigenza scolastica, la quindicenne si era subito trovata molto bene in quella realtà, era felice e nulla faceva presagire a un epilogo di questo genere. Da quanto siamo riusciti a ricostruire, la famiglia della ragazzina morta dopo tre giorni di agonia in rianimazione all’ospedale di Torrette è abbastanza benestante. Al punto da avere dei possedimenti in Bangladesh, lo stato asiatico dove spesso viaggiavano durante l’anno. Il divieto di espatrio emesso dal tribunale dei minori sarebbe dovuto servire proprio per evitare, eventualmente, che i genitori decidessero di riportarla nel Paese di origine.

Pierfrancesco Curzi