Da Cerignola in provincia di Foggia fino alle Marche, di notte, per rubare le auto. Una sola giornata, andata e ritorno a casa con il bottino. Tutto è partito dal primo colpo messo a segno a Marcelli di Numana nell’estate 2021, quando il 16 luglio, è stata trafugata un’Alfa Romeo Stelvio, poi ne sono seguiti tantissimi. Da luglio a ottobre 2021, al sodalizio sono attribuiti 38 furti avvenuti nelle province di Ancona (sei nel capoluogo, tre a Numana e quattro a Falconara Marittima), Macerata (tre nella città di Porto Recanati), Ascoli Piceno (otto tra San Benedetto del Tronto e Grottammare), Chieti (cinque a Francavilla a Mare), Campobasso, Latina, Bari e Bisceglie. Sono stati i Carabinieri della stazione di Numana a portare a termine a Cerignola l’operazione "Uscita 762", dando esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Ancona, nei confronti di cinque persone indagate per concorso in furto continuato e aggravato. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Ancona e giunta a conclusione dopo sette mesi di indagini, ha consentito di individuare il gruppo, di origine pugliese, dedito principalmente all’attività predatoria tra Marche, Abruzzo, Molise, Lazio e Puglia. Lo facevano "di professione" i ladri, mirando alle auto parcheggiate lungo le strade, muovendosi in due o quattro, a bordo di una sola auto, dai rispettivi luoghi di residenza in Puglia a quelli di commissione dei furti, distanti anche centinaia di chilometri appunto, per poi tornare nel luogo di provenienza entro le prime ore dell’alba. La compagine malavitosa si concentrava spesso su veicoli con marche e modelli ricorrenti. Alcuni colpi sfumati o il successivo rinvenimento del veicolo prima dello smontaggio delle sue parti, ha contribuito a far comprendere ai carabinieri come avveniva il tutto, ben studiato a tavolino. I veicoli, i cui furti non sono stati portati a compimento, avevano le portiere forzate. Per eludere i moderni sistemi elettronici di protezione dei veicoli, procedevano alla rimozione e sostituzione delle centraline elettroniche, avvalendosi di apparecchiature dedicate alla programmazione di chiavi vergini o preposte alla cancellazione delle codifiche degli immobilizzatori. L’attività di indagine è stata necessaria anche in considerazione di una massiccia recrudescenza del fenomeno criminale registrata a partire dai mesi estivi del 2021, coincisa con l’annullamento delle restrizioni agli spostamenti infra-regionali a contrasto dell’emergenza pandemica.
Silvia Santini