SILVIA SANTINI
Cronaca

I 100 anni di don Domenico Grandoni. Una stele dove rischiò di morire

Il sindaco Ghergo: "Grazie da parte della città per il servizio compiuto insieme ai monaci Silvestrini".

Il sindaco Ghergo: "Grazie da parte della città per il servizio compiuto insieme ai monaci Silvestrini".

Il sindaco Ghergo: "Grazie da parte della città per il servizio compiuto insieme ai monaci Silvestrini".

Per i 100 anni compiuti da don Domenico Grandoni e per ricordare la grazia ricevuta da San Silvestro il 6 settembre 1958, quando fu protagonista di un grave incidente sulla strada che conduce all’omonimo eremo, una stele commemorativa è stata inaugurata dal priore don Vincenzo Bracci sulla strada che conduce all’eremo. "Auguri don Domenico per questo bellissimo traguardo e grazie da parte della città per il servizio compiuto assieme ai monaci Silvestrini per il bene della comunità fabrianese", ha detto il sindaco Daniela Ghergo presente alla cerimonia.

Don Domenico nasce a Casale di Salmaregia, frazione di Nocera Umbra nel 1925. Nel 1950 viene ordinato sacerdote nella chiesa di San Benedetto di Fabriano da monsignor Lucio Crescenzi, vescovo di Fabriano e Matelica. La testimonianza di vita monastica e sacerdotale di don Domenico si esprime anche negli articoli pubblicati su L’Azione, settimanale della Diocesi e nei vari libri pubblicati. Il più recente è nato nel periodo della pandemia, dal titolo "Vita in versi di San Silvestro Abate", dove don Domenico ci svela in forma poetica una descrizione dei 24 affreschi (lunette) che ornano i due chiostri del monastero di San Silvestro.

Don Domenico ha investito gran parte della sua vita nel servizio religioso e sociale. Non solo ha dedicato impegno al suo ministero parrocchiale ma ha anche ricoperto un ruolo cruciale come mediatore e sostenitore delle necessità collettive. La sua figura rappresenta un pilastro per i valori religiosi che incarna ma anche per la promozione del dialogo e dell’unità tra le persone.