"Il primo foglio per fotocopie, il famoso Copy 2 è nato quasi cinquant’anni fa. L’ho visto nascere. La carta per noi fabrianesi è come una seconda pelle. La terribile notizia della chiusura di F3 e dello stabilimento di Rocchetta è stato un colpo al cuore". A parlare è Gisleno Compagnucci, per 43 anni al lavoro nella cartiera di Fabriano e in pensione dal 2018.
"Mio nonno e mio padre – aggiunge - erano cartai come me che sono stato anche caporeparto e ho vissuto tutti i passaggi di proprietà: da Ina assicurazione al ministero del tesoro con il Poligrafico fino a Fedrigoni e poi all’ingresso del fondo. Sono stato sempre in produzione, a Rocchetta, dalla sua nascita nel 1994, uno stabilimento tutto automatizzato e all’avanguardia ancora oggi, fino al 2018 quando dopo la pensione e un anno da consulente, ho lasciato lo stabilimento". "Sono quasi cinquant’anni che viene fatta carta per fotocopie a Fabriano – aggiunge Compagnucci -. Conservo ancora una parte della prima carta prodotta e uscita dall’avviamento dell’ F3 di Fabriano la sera del 1 Aprile 1977 alle ore 18,45. C’era tanta emozione da parte del conduttore e di tutta la squadra del secondo turno". "Giovedì, poche ore dopo la notizia della morte dell’ingegner Francesco Merloni, un duro colpo per Fabriano, questa batosta che mi ha lasciato prima grande amarezza. Poi rabbia – aggiunge visibilmente dispiaciuto-. Perché in quel numero, 195 (esuberi) io vedo il volto dei ragazzi ai quali ho fatto da caporeparto e guida. Ragazzi che hanno fatto sacrifici, che fanno i conti con il mutuo, che stanno costruendo una famiglia e che ora un futuro non ce l’hanno più. Mi sembra impossibile perché la carta produce ancora utili, forse non quanti ne vorrebbe il fondo subentrato sei anni fa. Ricordo che nel 2018 spedivamo oltre 60 camion di carta al giorno per l’Italia e per l’estero, con i container. Non abbiamo mai fatto un giorno di cassa integrazione. Avevamo il 25% del mercato nazionale nonostante la concorrenza di Indonesia e Asia. Era la qualità del prodotto a fare la differenza. La nostra carta per fotocopie, anche stampata fronte retro, manteneva il suo aspetto e le sue qualità". "Giovedì quando ho saputo della chiusura – conclude Compagnucci - mi sono sentito al telefono con alcuni ex colleghi: siamo tutti increduli e senza parole. Personalmente spero ancora che arrivi un compratore che voglia investire e continuare una produzione che ormai identifica Fabriano. Fabriano è carta ed è percepita da tanti come la patria della carta. E non parliamo solo di carta per fotocopie: Fabriano ha dato grandi possibilità ad artisti e grafici. Non può certo finire così".