A vederlo così, un giovane spagnolo dall’aria scanzonata e dal sorriso contagioso, qualcuno potrebbe farsi un’idea sbagliata di Pau Aran Gimeno, danzatore, coreografo e insegnante noto a livello internazionale. In realtà dietro quell’aspetto ‘accattivante’ si celano una volontà di ferro, un raro coraggio e la capacità, anch’essa rara, di mettersi in discussione, nonché una notevole (auto)ironia. Inutile aspettarsi da lui pose da divo, anche se potrebbe permetterselo. Lui è quanto più lontano ci sia dalla retorica, dalla pomposità, dall’accademismo, dalle regole fissate per sempre e dai canoni immutabili. Per questo ha frequentato poco la danza classica, tuffandosi subito nella libertà creativa di quella contemporanea. Inevitabile che anche come insegnante, pur se esigente, Pau è uno che lascia agli altri la libertà di esprimersi, di essere se stessi. Se ne sono resi conto gli allievi del laboratorio che ha tenuto alla Luna Dance Center di Ancona in questi giorni, di cui si potranno vedere i frutti oggi (ore 19.30, ingresso libero con green pass) allo Sperimentale.
Un luogo da lui subito adorato. Come del resto l’atmosfera che ha respirato al ‘Panettone’, sede della ‘Luna’. "Ho trovato gente aperta, capace di accogliere gli altri. Giovani flessibili, polivalenti, versatili, che sanno entrare subito in quello che gli chiedi. Non sempre è così. E’ il risultato di un lavoro precedente".
E’ una lode alla ‘Luna’, alle sue due anime: il presidente e direttore tecnico Cristiano Marcelli, anche direttore artistico del progetto ‘WuppertANz’, e la danzatrice e coreografa Simona Ficosecco. "E’ un momento emozionante per tutti noi: riportare a teatro artisti e pubblico dopo quasi due anni non ha precedenti e vogliamo sia un segno di speranza per il futuro di un settore colpito duramente dalle restrizioni – dice Marcelli –. Lo facciamo con un artista molto caro ad Ancona, capace di emozionare con atmosfere e suggestioni intense e profonde".
Pau ha da poco lasciato il celebre Tanztheater Wuppertal Pina Bausch. C’è chi venderebbe l’anima al diavolo per entrarci. Ma lui, dopo 15 anni, dice di trovarsi "in una fase di metamorfosi. Mi muovo tra Spagna e Germania, cercando di capire chi sono oggi, cosa voglio fare. L’idea è avere una compagnia mia, che produca con le proprie risorse. La domanda è: c’è vita dopo Pina? Non lo so, lascio che la vita mi parli. Se crollo, non importa. Sarò stato comunque ‘autentico’. Io credo nella causalità, per quello che ho fatto finora, ma nella vita c’è anche spazio per il caso, che arriva, portando spesso insicurezza. Ma le insicurezze sono anche possibilità".
Raimondo Montesi