Capita spesso di camminare per le vie della città e osservare sopra un portone o sulle pareti di un palazzo antico, uno stemma e chiedersi a chi sia appartenuto o quale famiglia abbia abitato in quel luogo.
Per chi desiderasse approfondire e dare una risposta alle sue domande c’è nella Biblioteca comunale Benincasa un piccolo manoscritto risalente al 1560, opera di Agostino Lincio detto Epirota, un dotto anconetano che volle scrivere di proprio pugno la "Historia, delle famiglie, della città d’Ancona, per ordine ordinate al governo del magnifico commune".
Agostino non era anconetano e giunse ad Ancona nel XVI secolo, molto probabilmente per insegnare lingue classiche.
Un insegnamento riservato ai soli rampolli delle famiglie nobili che governavano la città.
Da qui, forse, il suo interesse e la sua voglia di mettere nero su bianco per i lettori: "Come debbio rinfrescare la memoria delle cose passate, col fare historia, delle famiglie, della M.città, d’Ancona (dopo la depopolazione, et desolazione, di ossa, fatta dai mori), ordinate, al governo, del mio comune, scrivendo d’origine e stato, di quelle".
Oltre a questo per l’autore l’opera sarebbe servita anche a far si che "Legendosi l’historia, d’un huomo virtuoso il lettor non s’accenda, sinanimi, non solamente, di voler esser tale".
Nel manoscritto sono 41 le famiglie prese in esame da Epirota e i loro nomi sono rimasti sino ad oggi a noi noti come gli Antiqui, i Ferretti, i Benincasa, i Bonarelli, i Capoleoni, i Trionfi.
Per ogni famiglia l’autore scrive dove ha avuto origine prima di trasferirsi ad Ancona e iniziando dal capostipite, elenca tutti i suoi discendenti diretti sino al momento in cui redasse la sua opera. Interessante è soprattutto il fatto che la maggior parte di queste famiglie nobili e potenti non erano di origine anconetana e che furono quindi aggregate alla nobiltà locale dal senato.
Un’operazione che avveniva sempre dietro un consistente versamento di denaro, da parte del richiedente, che poi anadava a finire nelle casse del comune dorico.
La lettura del piccolo manoscritto è anche piacevole perché tra le righe è possibile trovare traccia di notizie originali come ad esempio nel caso dei Chirozzi "d’origine da Brancaleone castello, del dominio Anconetano: ora scorrettamente detto Barcaglione, terra nel monte sopra le torrette dove non si vede altro dell’antico d’una torre".
Come pure interessante è notare come in quel secolo le nobili famiglie sceglievano di trasferirsi ad Ancona, ricca e potente, non solo dal contado, ma anche da città lontanissime come Costantinopoli.
Claudio Desideri