Ancona, 10 gennaio 2022 - Un infermiere, un avvocato, un titolare di ristoranti, due amici che si preoccupavano di 'reclutare' persone che non avevano alcuna intenzione di vaccinarsi, ma non potevano restare senza Green Pass. E che erano disposti anche a pagare pur di aggirare il problema (e le leggi)
AGGIORNAMENTO Green pass e finti vaccini ad Ancona: l’infermiere buttava i sieri nel bidone
"Non mi vaccinerò, a costo di perdere il lavoro"
Un'inchiesta quella aperta dalla Procura di Ancona nata nel periodo di piena emergenza vaccinale. Ovvero a cavallo tra la fine dello scorso anno e gli inizi di questo. Freschissima, insomma, con esiti sorprendenti. Cinquanta le misure di custodia cautelare, quattro in carcere un per un infermiere di 50 anni di Falconara, per un ristoratore di Civitanova e per altri due anconetani e una ai domiciliari per un noto avvocati di Ancona.
Covid Ancona, è positivo ma l’Asur gli invia il Green pass
Tutti gli altri sono destinatari di obbligo di dimora e sono coloro che avrebbero ottenuto il green pass senza farsi inoculare il vaccino. Ta questi anche quattro persone che vivono nel Bolognese: sono tre donne e un uomo, età fra i 48 e i 60 anni, uno residente in città e tre in provincia. A loro carico sono state emesse altrettante misure cautelari dell'obbligo di dimora e di presentazione alla polizia giudiziaria, tre delle quali eseguite dalla questura di Bologna e una ancora da eseguire.
Secondo quanto è stato ricostruito, si tratta di no Vax' che tramite intermediari sarebbero stati veicolati verso l'organizzazione e avrebbero pagato circa 400 euro per ottenere la certificazione dopo la finta somministrazione. L'infermiere, in sostanza, faceva finta di somministrare le dosi alle persone, mentre in realtà svuotava la siringa in un cestino. I 'clienti' arrivavano da tutta Italia ad Ancona, grazie all'azione degli intermediari.
Il tutto è stato appurato, filmato e registrato dagli investigatori che avevano già iniziato ad indagare dopo aver ricevuto la prima denuncia da parte di un medico che l'infermiere stesso aveva cercato di corrompere.
Oltre 300 euro per ogni (falso) Green pass
L'infermiere operava nell'hub vaccinale Paolinelli, ad Ancona. Per ogni green pass, l'infermiere si sarebbe fatto pagare oltre 300. L'ammontare delle pratiche corruttive ammonterebbe a 18mila euro. Ora la squadra mobile della Questura di Ancona sta indagando per capire se si sono verificati episodi corruttivi e di truffa anche nei mesi precedenti.
Green pass da Emule news, Procura in campo - Covid Marche, fondi e ristori per aziende in difficoltà
Da tutta italia per il Green pass
Arrivavano persone da varie regioni d'Italia (oltre alle Marche, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Lombardia e Veneto) ad Ancona per ottenere indebiti Green pass mediante false vaccinazioni.
Il sistema dei Green pass indebiti
L'infermiere professionale anconetano di 51 anni, secondo gli inquirenti, fingeva di somministrare il vaccino all'interno del box del punto vaccinale nell'impianto sportivo 'Paolinellì, gettava via il siero e applicava il cerotto, sviando così l'attenzione anche del medico responsabile. Non sono emerse infatti responsabilità di medici, funzionari o altre persone del centro vaccinale in questione. I dettagli emergono dall'operazione '€uro Green Pass' eseguita dalla Squadra Mobile di Ancona, nella quale sono state utilizzate anche immagini di videosorveglianza.
24 perquisizioni e 18mila euro sequestrati
Sono 24 le perquisizioni e circa 18mila euro sequestrati. Coinvolte, per le notifiche dei provvedimenti, le Questure di Barletta Andrea Trani, Bologna, Fermo, Foggia, Macerata, Milano, Padova, Pescara e Taranto. In carcere è finito proprio l'infermiere mentre altre quattro persone, tra cui un 53enne avvocato con studio ad Ancona, sono state poste ai domiciliari per le accuse contestate di corruzione, falso ideologico e peculato, continuati e in concorso a vario titolo con altri 45 indagati.
A questi ultimi, i beneficiari degli indebiti Green pass, per la stragrande maggioranza 'No vax' come gli altri indagati, sono state applicate misure cautelari dell'obbligo di dimora e di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Le indagini comunque sono ancora in fase preliminare.
Acquaroli
"Se confermata" l'accusa all'infermiere di Ancona di corruzione per simulare vaccini al fine di fare ottenere indebiti Green pass, "sarebbe oggettivamente gravissima", commenta il presidente della Regione Marche, aggiungendo che la notizia dell'inchiesta "ha generato molto stupore. Vediamo quelli che saranno anche i documenti e le notizie non a caldo. - osserva il presidente - Vorrei approfondire quanto è avvenuto, ma chiaramente se c'è stato un provvedimento di questo tipo vuol dire che ci sono anche tutti gli atti, tutti i presupposti affinché si possa arrivare a questo".
Il questore di Ancona: "Reati odiosi"
L'operazione 'Euro Green Pass' della Squadra Mobile di Ancona è la "dimostrazione tangibile di come la Polizia di Stato vigili con impegno e professionalità sul rispetto delle norme anti Covid-19 a tutela della salute pubblica, sia con controlli visibili, che con attività investigative". Così il questore di Ancona Cesare Capocasa. "Nella circostanza sono stati individuati dei soggetti, che non esitano a violare la legge - aggiunge -, aggravando seriamente l'emergenza epidemiologica, attraverso la consumazione di reati odiosi quali la corruzione ed il peculato. Uno scenario triste e sconcertante - sottolinea -, prontamente ed efficacemente rimosso dall'autorità giudiziaria e dalla Polizia di Stato, ancora una volta in perfetta sinergia".