Ancona, 29 agosto 2023 - Arriva un'altra specie di granchio blu nel mar Adriatico. La nuova specie è stata scoperta da uno studio dei ricercatori del Cnr-Irbim. E questa potrebbe essere una notizia poco rassicurante per l'ecosistema, oltre che per gli allevatori e i pescatori del nostro territorio.
Il granchio blu, originario celle coste americane, è giunto sino ai nostri mari (forse a causa del cambiamento climatico) invadendo le principali aree di produzione dei molluschi dell’Adriatico con impatti ecologici ed economici negativi in Veneto e in Emilia Romagna. Non solo. Sta arrivando a colonizzare anche i canali di bonifica e addirittura il fiume Po. Diverse segnalazioni del crostaceo sono arrivate dalla costa Ferrarese (Pontelagoscuro, Berra, Bondeno). Il granchio blu si nutre di uova, avannotti, larve di molluschi: in pericolo ci sono soprattutto gli allevamenti di vongole e di cozze. Ma se il granchio blu è deleterio per i pesci e per l'economia del mar Adriatico, è altresì una prelibatezza in cucina. Sono molti gli chef che lo consigliano e lo valorizzano con ricette ad hoc. E’ comparso perfino alla festa dell’Unità di Bologna.
Addirittura, quello pescato nel delta del Po e a Goro verrà venduto sui banchi del pesce dei supermercati Despar in Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia. Ma tornando allo studio del Cnr-Irbim, pubblicato su BioInvasion Records, i ricercatori dell’Istituto per le risorse biologiche e le biotecnologie marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Ancona hanno individuato il Portunus segnis, una seconda specie di granchio blu, rilevata dopo il Callinectes sapidus. Questa seconda specie aliena è originaria del Mar Rosso e dell’Oceano Indiano occidentale ed è stata segnalata nel mare delle Marche, nella zona di Ancona, grazie alla cattura di un singolo esemplare. La nuova specie era stata già osservata in Sicilia. Lo studio fornisce la prima evidenza della presenza del granchio blu del Mar Rosso nel Mar Adriatico. Il granchio blu del Mar Rosso, morfologicamente ed ecologicamente simile al granchio blu dell'Atlantico, ha già colonizzato, attraverso il Canale di Suez, i settori più orientali del Mediterraneo, con conseguenze inizialmente drammatiche per la pesca tunisina. Questa specie è oggi una delle risorse di pesca più importanti per la Tunisia, trasformata e commercializzata nei mercati esteri”, afferma Ernesto Azzurro, dirigente di ricerca del Cnr-Irbim. “Anche il granchio blu del Mar Rosso - come il granchio blu americano - trova il suo habitat ideale tra gli ambienti lagunari e il mare aperto e può sviluppare popolazioni con altissime abbondanze”. “Questo importante risultato è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione con i pescatori locali, che hanno catturato la specie e prontamente avvertito il nostro Istituto”, aggiunge Fabio Grati, primo ricercatore del Cnr-Irbim e primo autore dello studio. “Questo arrivo è con tutta probabilità una nuova introduzione attribuibile al trasporto navale, verosimilmente alle acque di zavorra. Considerate le caratteristiche ecologiche del granchio blu del Mar Rosso e il suo range di tolleranza termica, pensiamo che il nord Adriatico non sia ancora un ecosistema ospitale per questa specie e questo dovrebbe al momento scongiurare il rischio di una doppia invasione di granchi blu in Adriatico”, aggiunge Azzuro. “Il cambiamento climatico sta tuttavia aumentando la vulnerabilità del nostro mare a questo tipo di colonizzazioni, quindi il fenomeno va monitorato attentamente, attraverso una strategia nazionale”.
Cia: "Seguire l’esempio della Spagna”
“L'invasività del granchio blu non si contrasta con gli show cooking e con l'educazione alimentare, ma serve un concreto programma di contenimento della specie che passa da una mappatura della sua presenza, sempre più capillare lungo le coste e in risalita lungo fiumi e canali”, lo sostiene la Cia Emilia-Romagna, lanciando un appello al ministro per l'Agricoltura Lollobrigida che il 24 agosto ha incontrato i pescatori di Goro preoccupati per i danni al pescato che provoca la specie aliena.
La Cia infatti ricorda l'esempio della Spagna, anch'essa presa di mira dal crostaceo. “In quel caso specifico il contenimento della specie è avvenuto mediante una pianificazione delle catture e lì, adesso, vi è una nuova normalità: i granchi blu non sono scomparsi, ma vi è un equilibrio tra nascite e catture”.