FABIO CASTORI
Cronaca

Giuseppe Leonci, il calcio e il sogno dell’assunzione

A breve sarebbe entrato nell’azienda dove stava facendo esperienza come termoidraulico. La sua altra grande passione era lo sport

Giuseppe Lenoci, 16 anni, vittima dello schianto durante lo stage in un’azienda

Ancona, 15 febbraio 2022 - Giuseppe Lenoci avrebbe compiuto 17 anni ad aprile. Figlio maggiore di una famiglia di origini pugliesi, che da una decina di anni si era trasferita a Monte Urano. A casa lo attendevano dopo la giornata di stage il papà Savino, la mamma Francesca e il fratello Michael. Una famiglia conosciuta e ben voluta a Monte Urano, come del resto lui. Un ragazzo che aveva un sogno ben preciso: diventare un termoidraulico e da qui la scelta di iscriversi all’"Artigianelli", storico centro di formazione con sede a Fermo, che ha uno stretto rapporto con le aziende della provincia e dove stava completando il percorso formativo: tre anni e mille ore, la metà delle quali in stage. Si sarebbe diplomato alla fine di questo anno scolastico, diventando un operaio specializzato. Giuseppe era al terzo anno e a giugno avrebbe ottenuto la qualifica professionale di terzo livello come operatore termoidraulico. Dopodiché sarebbe stato assunto dalla ditta dove stava effettuando lo stage.

Lo schianto fatale - La scuola: "Perdiamo un figlio" - La procura apre un'inchiesta per omicidio colposo

Il ragazzo era in stage da gennaio e, da quanto risulta al momento, era regolarmente inquadrato e assicurato dalla ditta fermana presso la quale stava completando il suo percorso professionale. Un obbligo per chiunque si trovi nella sua posizione. L’"Artigianelli" di Fermo è un punto di riferimento per chi vuole ottenere una solida preparazione professionale: il centro di formazione, che nel 1946 fu fondato come ‘Scuola di Arti e Mestieri’, dal 1980 è diventato un centro di formazione, che si focalizza in particolare sui ragazzi in dispersione scolastica.

Ieri mattina, come aveva fatto altre volte, era partito presto per assistere uno dei responsabili dell’azienda fermana dove si stava specializzando, ma non è più tornato a casa. La sua vita, i suoi sogni, si sono infranti contro quel maledetto albero in una strada in territorio di Serra de’ Conti. Ma Giuseppe oltre allo studio e alla volontà di specializzarsi ed entrare nel mondo del lavoro aveva anche una grande passione: il calcio. Viveva per questo sport ed era anche una promessa, ma la sua vita è stata spezzata e ora giocherà in cielo con i grandi del pallone, perché era quello che desiderava più di ogni cosa e probabilmente ci sarebbe riuscito nella sua vita terrena se non fosse stato per quella terribile fatalità che si è consumata ieri mattina.

Il sedicenne giocava nella categoria allievi delle giovanili della società Monte Urano Campiglione e domenica era sceso in campo anche nella terza categoria. "E’ stato come un fulmine a ciel sereno – ha commentato il presidente del Campiglione Monte Urano, Lorenzo Moretti – una notizia terribile che ci ha gettato nello sconforto più assoluto. Giuseppe era un ottimo centravanti ed era innamorato dello sport che praticava. Era arrivato bambino da noi che aveva poco più di cinque anni. Era cresciuto in questa società fino a diventare una promessa. Se fosse stato per lui non sarebbe mai uscito dal campo di gioco".