MARINA VERDENELLI
Cronaca

Giovane morto in stazione: "Giustizia per Mattia"

Trenta magliette con la foto del ragazzo davanti al tribunale dove ieri era fissata l’udienza per opporsi alla richiesta di archiviazione della Procura.

Giovane morto in stazione: "Giustizia per Mattia"

Giovane morto in stazione: "Giustizia per Mattia"

Trenta magliette bianche con la sua foto impressa e la scritta "Giustizia per Mattia".L’hanno chiesta ieri mattina, indossando questa t-shirt, i familiari e gli amici di Mattia Perini, lo studente di 16 anni di Civitanova morto il 9 gennaio del 2020 alla stazione di Loreto, travolto da un treno. Insieme al padre Giordano Perini si sono dati appuntamento davanti al tribunale dorico per un sit in silenzioso, prima dell’udienza davanti al gip Carlo Masini, Alle 10.30 infatti era fissata la discussione per decidere se il caso del minorenne andrà archiviato come la Procura, con la pm Serena Bizzarri, ha chiesto per la seconda volta o dovranno essere fatte ulteriori indagini come chiede invece il genitore del ragazzo, assistito dagli avvocati Riccardo Leonardi e Marica Peciccia. Fino a ieri sera il giudice non aveva sciolto ancora la riserva. Il fascicolo giudiziario, dopo la morte del 16enne, era stato aperto per omicidio colposo ma contro ignoti. La pubblica accusa, che ha già fatto riaprire le indagini una volta (dopo una prima archiviazione), non ha ritenuto ci fossero elementi da aggiungere. Mattia è morto per un incidente perché quel giorno avrebbe attraversato i binari con le cuffiette alle orecchie e non avrebbe sentito arrivare un treno ad alta velocità. Questo non ha mai convinto chi ieri si è unito al sir in. "Quella è una stazione fantasma - ha detto Maria Teresa Celini, amica di famiglia - non ci sono controlli, va fatta chiarezza". Alla manifestazione anche la zia paterna. "Ci hanno raccontato molte menzogne - ha osservato Daniela Perini - prima le telecamere avevano ripreso, poi no. Le cuffie le aveva in mano. Al padre è stato chiesto anche il rimborso per il ritardo del treno". Una coppia di amici è arrivata da Torino. "Mattia non era imprudente - ha sottolineato Gessica Lavriola - era preciso. Va dato un perché alla sua morte". Pure la sorella Sofia, 13 anni, era al sit in. Troppi i punti oscuri per il padre. "Non è stata mai fatta nessuna attività per capire bene cosa sia successo a mio figlio - ha detto Giordano - sono deluso. Voglio giustizia, non dormo da quattro anni e mezzo. Mattia non è stato colpito dal treno, il suo corpo era integro". Per il padre sarebbe stato risucchiato quando era già in banchina. "Abbiamo indicato spunti investigativi fondamentali - ha detto l’avvocato Leonardi - come il mancato segnale acustico del passaggio del treno ad alta velocità, entrato a 140 chilometri orari e la verifica tecnica del rispetto delle condizioni di sicurezza che prevedono anche la collocazione fisica di barriere tra un binario e l’altro che alla stazione di Loreto non c’erano".