REDAZIONE ANCONA

Gimbo e Chiara, è qui il paradiso

Pesaro, lei entra e il sorriso di lui vola "Sarò felice di darti la bimba che vuoi"

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Ieri sposi. Il campione olimpico Gianmarco Tamberi e la sua Chiara si sono sposati a Villa Imperiale a Pesaro, alle 18,30, con il sole che ha fatto capolino dalle nuvole: un’ora e mezza dopo l’orario stabilito. Gli ospiti – tra cui altre stelle dell’atletica come Marcell Jacobs, Mutaz Essa Barshim, Filippo Tortu o la schermitrice italiana Bebe Vio passando per il presidente del Coni, Giovanni Malagò, per la cantaurtice Francesca Michielin; il vicepresidente della Regione Marche Mirco Carloni e un battaglione di amici provenienti da tutta Italia (non ultimi gli ex compagni di liceo, il Savoia di Ancona) – hanno atteso pazientemente, comprendendo l’importanza di lasciare agli sposi la libertà di vivere un cielo terso sopra le loro teste e non più minaccioso. Michela, Cecilia, Dolores e Alice, le cugine Giulia ed Emma – damigelle della sposa – hanno avuto il ruolo di tenere alto il morale di Chiara (Bontempi), in villa già dalle 14,30: per tutto il tempo, mentre i sarti dell’atelier Emè le hanno aggiustato l’abito; estetisti e parrucchieri hanno completato un capolavoro di grazia e bellezza, lei ha tenuto gli occhi al cielo. Ma il presagio di pioggia è fuggito quando alle 17 una luce aranciata ha tagliato i giardini di Villa imperiale. Alle 17,52 i 200 ospiti hanno fatto ingresso nel cortile interno, en plein air, di Villa Imperiale. Alle 18 il sindaco, Matteo Ricci, ha indossato il tricolore. Alle 18,09 Tamberi, emozionatissimo in abito di Giorgio Armani, ha raggiunto il fratello, Gianluca, testimone dello sposo insieme agli amici Massimo Sgreccia e Matteo Esposito. In azzurro mamma Sabrina. Poi è entrata Chiara, avvolta in una nuvola di tulle bianco, al braccio del padre Piergiorgio. Il fratello Pierfrancesco è stato il testimone di lei. Quando è entrata Chiara, il sorriso di Tamberi ha raggiunto la quota più alta, ben più alta di tutti i suoi record da altista, difficile da misurare. "Ho cercato per tutto il paradiso la quota dove sta il tuo sorriso..." ha canticchiato di Paolo Conte il verso, un amico, stretto, che di Tamberi conosce l’animo, semplice, ma rapidissimo nelle emozioni.

Tamberi dal ciuffo indomito, ha dato un taglio a tutte le scaramanzie: intanto perché, “half shave“ (mezza barba, l’atro nickname di Tamberi), davanti al sindaco è arrivato totalmente sbarbato. Poi, con Chiara complice, la sera prima, ha trascorso una cena romantica al ristorante La Torre di Numana "dove tutto è iniziato", contravvenendo all’altro dogma che vorrebbe gli sposi non vedersi almeno 24 ore prima del sì. "Il mondo parla di me – ha detto il campione leggendo la sua promessa d’amore –, ma le persone qui presenti sanno che non esisterebbe nessun me, senza di te. Questi 13 anni con te, sono stati i più belli della mia vita. Non vedo l’ora di vedere una piccola te, sgambettare per casa". "Hai letteralmente illuminato la mia vita", ha detto Chiara, con tono delicato e struggente. Chiara ha studiato lingue, ma il suo sogno è realizzare una famiglia con Gimbo. "Spero di poter realizzare uno dei tuoi grandi sogni: darti una bambina che tanto desideri. Sarai un padre straordinario". Al rito della sabbia è seguito un divertente aperitivo (Hamburger mini, fritto in cartoccio, sushi, formaggi e le classiche tartine) e poi la cena di pesce. Tredici i tavoli: uno per ogni anno d’amore. Il menù ha previsto: paccheri con gamberi rossi di Sicilia, burrata, zeste di lime e granella di pistacchio; ravioli al sapore di mare con scampi e salsa al Martini Dry; dentice in crosta di pistacchio; sformatino di zucchine crude, mandorle e profumo di menta. Classico e raffinato l’allestimento del ricevimento: bianco e rosa tenue le nuances principali scelte da Chiara per fiori e tavola. Agli invitati, sulla sedia della cerimonia civile, ha fatto trovare: un sacchettino di petali di fiori; un fazzolettino per asciugare le lacrime di gioia e un ventaglio. La torta pare l’abbia realizzata Picchio, il pasticcere del Papa. Gran finale? Fuochi d’artificio.

Solidea Vitali Rosati