Sospendere di un anno, grazie alla cassa integrazione, i 195 licenziamenti dei dipendenti di Giano per avere più tempo per ricollocazioni e uscite incentivate. Ieri mattina alle cartiere è andato in scena il nuovo faccia a faccia tra la direzione del gruppo Fedrigoni e i sindacati, al termine del quale la fumata è stata se non bianca quantomeno grigia. Una trattativa che prosegue da ottobre. L’azienda, infatti, pur confermando lo stop il 18 dicembre prossimo alla produzione di carta da ufficio negli stabilimenti di Rocchetta e Fabriano, ha aperto alla possibilità di chiedere al ministero 12 mesi di cassa per avere più tempo per ricollocare le 195 maestranze negli altri stabilimenti marchigiani e del Nord Europa. Dopo il summit di ieri con i rappresentanti dei sindacati nazionali e territoriali e Rsu ora si sta lavorando alla bozza di un accordo, che potrebbe essere siglata lunedì durante la nuova riunione del tavolo aperto al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Dunque licenziamenti da congelare in attesa di ricollocare tutti i dipendenti o fare in modo che escano volontariamente con incentivi all’esodo. Ad oggi sarebbero 130 i nuovi posti di lavoro disponibili per chi lo perderà.
"Auspichiamo - commenta Giuseppe Giacobello, responsabile relazioni Industriali del gruppo Fedrigoni – che lunedì prossimo a Roma al ministero, si possa giungere a una positiva conclusione della vertenza, così da dare risposte concrete alle persone di Giano che da settimane sono in attesa di notizie. È stato trovato un accordo coi sindacati per chiedere al Ministero, nell’incontro di lunedì, la cassa integrazione straordinaria per un anno a fronte della sospensione dei 195 licenziamenti. L’obiettivo è comunque quello di ricollocare durante il 2025 il maggior numero di persone, soprattutto nelle Marche".
Ieri le assemblee con i lavoratori, sollevati ma pur ancora preoccupati per le novità: "C’è stato – spiega Valerio Monti, segretario generale della Uilcom Marche – un aprirsi da parte aziendale alla cassa integrazione straordinaria e quindi il 9 al ministero dovremmo andare a ratificare l’accordo per un anno di cassa integrazione che ci traghetterà un po’ più sicuri al 31 dicembre 2025. Hanno messo qualcosa di economico in più rispetto a quello che già c’era per chi si trasferirà al nord però noi abbiamo rigettato i trasferimenti al nord. Vogliamo ricollocamenti e l’impatto zero su tutta l’area Marche. Questo è l’impegno che vogliamo far mettere nero su bianco all’azienda. Prima dell’incontro al ministero vogliamo concordare come dall’1 gennaio i lavoratori rinizieranno negli altri stabilimenti".
Sara Ferreri