"L’azienda proporrà uscite incentivate volontarie, prepensionamenti e ricollocazione del personale nel perimetro area Marche, ma di quanti lavoratori non sappiamo. E’ necessario che il ministero subentri nella vertenza importantissima perchè Giano va salvata o rischia di provocare un effetto domino sugli altri stabilimenti".
Così i sindacati, ieri dopo l’incontro in Regione con l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi mentre a Fabriano incrociavano le braccia 200 lavoratori. "Domani (oggi, ndr) ci confronteremo con l’azienda a Verona, ma siamo pronti a nuovi pacchetti di sciopero o altre forme di protesta". Per il sindacato una vendita di Giano entro il 18 dicembre, quando scatteranno i licenziamenti è ancora possibile perché "non è vero che la carta da ufficio non fa margini".
Prima delle sigle Aguzzi ha incontrato i vertici del gruppo aziendale che invece parla di "crisi irreversibile da molti anni a livello mondiale del business della carta per ufficio". "Siamo sinceramente dispiaciuti per i colleghi di Giano e comprendiamo benissimo quanto siano preoccupati, loro e le loro famiglie – ha sottolineato dopo l’incontro Giuseppe Giacobello, responsabile delle relazioni Industriali del gruppo Fedrigoni -. Tuttavia, invitiamo ad avere fiducia nel confronto che abbiamo avviato, e che manterremo per tutto il tempo necessario, con le parti sociali sul territorio, dai sindacati alle istituzioni, per trovare insieme ogni soluzione fattibile per ridurre l’impatto sulle persone: i lavoratori, dipendenti e somministrati, al momento impattati dalla dismissione di Giano sono 195 e coinvolgono i soli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta, ma stiamo lavorando con le parti sociali perché al termine dell’iter di chiusura la cifra sia notevolmente più bassa. Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare le Marche, dove abbiamo potenziato persone (dal 2.020 siamo passati da 718 a 840 lavoratori, +17%, nei 5 stabilimenti sul territorio), impianti, prodotti e tecnologie, investendo negli ultimi quattro anni 60 dei 300 milioni di euro destinati a tutto il gruppo.
Continueremo a investire sullo sviluppo dei nostri siti produttivi e di trasformazione in quest’area e sullo storico brand Fabriano, che con i suoi oltre 750 anni di storia rappresenta un’eccellenza del Made in Italy nel mondo. Fabriano rimarrà un asset strategico: intendiamo sviluppare i suoi prodotti più iconici e distintivi, come le carte per l’arte e il disegno, i prodotti per la scuola e la cartoleria e le carte per la sicurezza come i passaporti". Per "mitigare l’impatto" il ministero delle Imprese chiamerà la proprietà e i vertici aziendali a un tavolo che sarà convocato "nelle prossime ore".
Il ministro Adolfo Urso ieri ha avuto un colloquio telefonico con il governatore Francesco Acquaroli sull’azienda del fabrianese, specializzata nella carta per ufficio. Dopo le richieste della Regione, il ministro Urso si era già confrontato sabato mattina con Acquaroli "per valutare il possibile intervento del ministero" e ieri ha accolto la richiesta della Regione e dei sindacati "per poter esperire ogni soluzione volta a mitigare l’impatto, a tutela della produzione e dei posti di lavoro". "La decisione del Ministro Adolfo Urso di avviare una concertazione per affrontare le conseguenze della chiusura della Giano S.r.l. –sottolinea l’assessore Aguzzi - è di cruciale importanza. Riconosce non solo il valore di un marchio con oltre 750 anni di storia, ma anche il significato della sua forza lavoro e del territorio, duramente colpito da crisi economiche negli ultimi quindici anni". "La crisi della Giano – evidenzia Aguzzi – coinvolge anche un ampio indotto, nei settori come il trasporto e la logistica".