Gestore unico dei rifiuti. Marche Multiservizi al Tar: "Ecco perché ci opponiamo. Sette anni di sole attese"

Impugnata l’ultima delibera sull’affidamento del servizio ad AnconAmbiente "Non sono superati neppure i rilievi della Corte dei Conti sull’operazione. Si è creata una situazione di costante precarietà nelle società del territorio".

Gestore unico dei rifiuti. Marche Multiservizi al Tar: "Ecco perché ci opponiamo. Sette anni di sole attese"

Impugnata l’ultima delibera sull’affidamento del servizio ad AnconAmbiente "Non sono superati neppure i rilievi della Corte dei Conti sull’operazione. Si è creata una situazione di costante precarietà nelle società del territorio".

"Una vicenda che si protrae ormai dal 2017 e che vede l’ente d’Ambito impegnato in un affannoso quanto tormentato e pervicace tentativo di internalizzare la gestione dei rifiuti nell’ambito anconetano". Così Marche Multiservizi al Tar Marche nell’impugnare l’ultima delibera Ata di affidamento della gestione unica provinciale dei rifiuti ad AnconAmbiente. Si tratta di un primo ricorso cui potrebbe seguirne a stretto giro di posta, un altro. Una vicenda che si trascina ormai da oltre 7 anni come ripercorrono i legali di Marche Multiservizi che passa in rassegna gli aspetti a suo parere non rispondenti alle norme particolarmente stringenti in tema di affidamento del servizio rifiuti.

Per i legali che hanno per la terza volta presentato ricorso al Tar non sono superati neppure i rilievi della Corte dei Conti sull’operazione (che partirebbe da un patrimonio netto di 20 milioni e 320mila euro) quando l’affidamento (nel 2022) era stato deciso a una società consortile formata VivaServizi ed Ecofon. Corte dei Conti che aveva evidenziato "una sottostima degli impatti sulle finanze e i bilanci degli enti locali". Il ricorso di Marche Multiservizi definisce l’istruttoria effettuata dall’Ata che "anziché essere linearmente condotto in conformità alle norme imperative che regolano la fattispecie ha costantemente forzato e violato queste ultime tentando (inutilmente) di piegarle alla volontà pregiudiziale di evitare il confronto concorrenziale. E ciò malgrado l’oggettiva mancanza dei presupposti minimi richiesti dal legislatore sia stata ripetutamente accertata sia dal giudice amministrativo che dalla corte contabile".

Si contesta la legittima dell’operazione relativa ad Astea di Osimo. Parla poi di "pervicaci tentativi perseguiti dalle autorità pubbliche i quali hanno già determinato un rilevante pregiudizio per la collettività creando una situazione di costante precarietà costringendo le società operanti sul territorio a gestire i servizi in virtù di ripetute proroghe frazionate e in costante attesa che si giungesse una soluzione definitiva della questione".

Affermazioni nette al vaglio dell’Ata. Il presidente Daniele Carnevali ha annunciato un approfondimento con i legali ma manifestato l’intenzione di opporsi al ricorso. Ma a sollevare perplessità in questi ultimi giorni è stato anche il sindacato, in particolare la Cisl. E riguarda in questo caso il passaggio dei dipendenti ad AnconAmbiente. In particolare per la Fit Cisl Marche, Roberto Ascani ha scritto all’Ata nella persona di Carnevali e del direttore Massimiliano Cenerini e alle società Marche Multiservizi Falconara (Mms) e alla Giancarlo Sangalli e C. srl, oltre che ai sindaci di Agugliano, Camerata Picena, Offagna, Polverigi e Santa Maria Nuova dopo aver analizzato la relazione illustrativa della gestione del servizio pubblico. Nella lettera di definisce "non chiaro il destino lavorativo dei 13 dipendenti della Sangalli Giancarlo (oggi opera in associazione temporanea di impresa con Mms) e non evidente il percorso di passaggio dei dipendenti al nuovo gestore AnconAmbiente" e si chiedono chiarimenti.

Sara Ferreri