VALERIO CUCCARONI
Cronaca

Galleria, i murales di Run sono finiti. Le icone doriche dentro una libreria

Terminati i lavori sulle due facciate del tunnel: un invito al viaggio reale e mentale per collegarsi al mondo

Terminati i lavori sulle due facciate del tunnel: un invito al viaggio reale e mentale per collegarsi al mondo

Terminati i lavori sulle due facciate del tunnel: un invito al viaggio reale e mentale per collegarsi al mondo

Ancona come South Kensington a Londra. Lo street artist Giacomo Bufarini, in arte Run, che a fine giugno ha dipinto nel quartiere sud-occidentale di Londra per il festival Great Exhibition Road e Interplay Projects, ha terminato i suoi affreschi sulle pareti della Galleria Risorgimento. Ora anche l’ingresso di via Giannelli ha i suoi murales, come quello di Piazzale della Libertà. Le foto pubblicate sul suo profilo Instagram (@giacomorun) ci mostrano le traiettorie mondiali di questo pittore pop contemporaneo, che, residente con la famiglia a Londra, a maggio è stato in Cina e Georgia. Ma mondiali sono anche le traiettorie che collegano Ancona, tramite il suo porto, il Mediterraneo e gli oceani, al resto del globo. I dipinti di Run invitano al viaggio, innanzitutto mentale, a cui invitano i libri. E tra i libri si trovano, infatti, le icone doriche, come il leone di Margheritone d’Arezzo che sorveglia da destra l’imbocco della Galleria, il San Giorgio a cavallo chiuso in una palla di vetro, il mascherone delle Tredici cannelle, concepite dall’artista come altrettanti soprammobili in una libreria. L’associazione tra il libro, che consente il viaggio con la mente, e il viaggio reale è esplicitato da Run nell’immagine posta al vertice dell’arco d’ingresso: un gabbiano sopra un libro, le sue ali spiegate hanno la stessa forma delle pagine aperte.

L’affresco di Run risponde alla stessa logica sequenziale dei cicli sacrali, come la storia di Gesù e dei santi che si trova all’interno di tante chiese cristiane. Al meraviglioso ultraterreno Run ha però sostituito le meraviglie terrene, ma per giungervi, anche nella dimensione materiale in cui siamo immersi, occorre ascendere. Guardando la facciata da via Giannelli, a sinistra, in basso, si trova così un uomo che sale delle scale, appoggiate ai libri. Seguendo il cammino ideale di questo umano si giunge al terzo scaffale, in alto, dove è stato appeso un poster con tre figure borghesi che seguono una donna gigante con la fiaccola in mano, che ricorda Stamira, allegoria della libertà. I borghesi sono grigi, come l’uomo che ascende, lei è colorata. La fiamma esce dal poster: è il fuoco sacro dell’ideale che supera i limiti materiali.

Guardando la parte destra della facciata si nota un uomo che sta seduto su una pietra che ha la forma dello scoglio della Vela e suona una conchiglia: Stamira sta andando verso di lui. Sotto c’è la palla di vetro con San Giorgio a cavallo: se lo si osserva, si nota che sulla punta della lancia c’è un fiore. Run è un pacifista, che si è espresso pubblicamente anche contro la guerra nella Striscia di Gaza. Il leone del Duomo è un piedistallo che dal basso regge lo scaffale superiore: l’aggressività trasformata in forza al servizio dell’altro.