Ancona, 4 dicembre 2024 - Ha creato numerosi schemi societari fittizi in Italia e all’estero per evadere le imposte. Con quest'accusa la Guardia di finanza ha sequestrato 6,5 milioni di euro, tra quote societarie, disponibilità finanziarie e beni immobili collegati a un uomo residente nel ravennate.
Secondo quanto ricostruito dalle Fiamme Gialle, l'uomo avrebbe evaso in soli 4 anni oltre 24,5 milioni di euro, di cui 13,5 milioni di imposte dirette, 8 milioni di IRAP e 3 milioni di Iva. In particolare, l’ideatore del sistema evasivo aveva creato un meccanismo particolarmente insidioso che prevedeva l’approvvigionamento di prodotti fotografici di provenienza asiatica per il tramite di società lussemburghesi a lui riconducibili.
La merce veniva successivamente ceduta solo cartolarmente a una rete di imprese che cambiavano sempre negli anni e dislocate in diverse regioni italiane tra Puglia, Emilia-Romagna e Marche, tutte gestite dall'uomo, ma intestate a diversi prestanome che sistematicamente omettevano la presentazione delle previste dichiarazioni fiscali.
Tali imprese erano, infatti, costituite con il solo intento di rimanere operative per un periodo di tempo limitato, al termine del quale venivano sostituite da altre. Così facendo, il responsabile introduceva nel mercato nazionale prodotti a un prezzo altamente competitivo, grazie agli immediati effetti generati dall’omesso versamento delle imposte che, di fatto, costituiva il sostanziale profitto, con conseguente grave danno alla concorrenza per le imprese operanti legalmente nel medesimo settore.
Al termine dei passaggi cartolari, le apparecchiature fotografiche venivano rivendute sottocosto sia a grossisti del settore sia direttamente ai consumatori finali, tramite un sito web pubblicizzato anche sui principali motori di ricerca. Il Tribunale di Ravenna ha così emesso un provvedimento di sequestro preventivo per 6,5 milioni di euro che ha consentito di sequestrare quote societarie, disponibilità finanziarie e beni immobili, formalmente intestate a persone interposte, ma di fatto nella disponibilità del principale indagato.