I limiti evidenti di giunta e maggioranza di destra, ma anche un monito al centrosinistra con la visione di un eventuale futuro politico condiviso: l’avviso ai naviganti di Francesco Rubini, consigliere di Altra Idea di Città, che traccia un bilancio sia dell’operato di Silvetti e del suo team che del lavoro svolto - per lui ormai abitudine negli ultimi 12 anni – a stretto contatto con il Partito Democratico e gli altri gruppi di minoranza. Bordate a destra e a sinistra, partendo dalla prima.
Rubini, a inizio sindacatura ha concesso il beneficio del tempo alla giunta Silvetti: dopo 18 mesi i tempi sono maturi per fare un primo bilancio?
"Direi di sì e non sono buone notizie per il primo cittadino. Ho assistito al drammatico passaggio dalle tante promesse fatte in campagna elettorale e a inizio mandato, alla dura realtà attuale. La rivoluzione prospettata non si è vista".
Quale il neo principale?
"Al di là dei singoli problemi, facendo un’analisi politica di ampio respiro credo che la maggioranza di destra-centro abbia dei forti limiti politici e di competenze. L’improvvisazione fa danni seri, penso alla Bertini e ad altri assessori inconsistenti e con deleghe di scarso peso. Mettiamoci le ripetute uscite tra il fascistoide e il folkloristico di alcuni membri di Fratelli d’Italia e il quadro è completo. Un quadro desolante, con il sindaco ridotto in solitudine a portare avanti in buona fede alcune battaglie, ma con uno scollamento rispetto alla maggioranza".
Nel merito, c’è almeno un aspetto positivo sull’operato della ormai ex nuova giunta comunale, la prima di centrodestra in mezzo secolo?
"Qualcosa è stato fatto sotto il profilo estetico e stilistico e mi riferisco agli eventi, dalla Festa del Mare al Capodanno in piazza, ma quando si va sul pratico sono dolori. Mi lasci dire...".
Prego.
"Su alcuni temi siamo nel ridicolo, con una situazione peggiorata rispetto al passato. Dal trasporto pubblico locale alla mobilità, dai parcheggi al decoro, passando per le manutenzioni". Cosa intende per ‘uscite fascistoidi’ della destra?
"Da alcune proposte irricevibili all’atteggiamento in consiglio comunale, indizi che esprimono la volontà di egemonia culturale di una destra reazionaria e intollerante".
La scorsa legislatura lei faceva opposizione al centrosinistra, adesso è rimasto lì, ma a fianco c’è l’allora maggioranza: come vanno le cose?
"Più o meno bene, ma ho l’impressione che i miei colleghi del Pd non siano ancora usciti dal trauma della sconfitta epocale alle elezioni del 2023. Rivendicare il passato, le cose fatte invece di guardare al futuro non mi pare la strada giusta. Il passato ha perso, non è rimasto quasi nulla, l’alternativa si fa con nuove energie, classe dirigente e sui temi".
I conti però lei li deve fare proprio con i Dem nell’ottica di un assalto alla destra, ne è consapevole?
"Certo, non sono mai stato alleato col Pd, ma le future alleanze le dovrò trovare lì, se possibile. I rapporti di forza sono fondamentali. C’è condivisione su alcuni temi, ma non basta, molto ancora ci differenzia anche su temi fondamentali. Vorrei costruire un solco fatto di battaglie progressiste e ambientaliste, coinvolgendo il civismo e movimenti come quello di Carlo Pesaresi".
Pensa di candidarsi di nuovo a sindaco?
"No, già fatto. Piuttosto dopo 15 anni di opposizione vorrei trasformare delle idee in azione di governo. Una cosa è certa, serve coraggio".