Ancona 12 luglio 2021 - «La preoccupazione più grande è per la difficoltà di accedere alle prestazioni sanitarie, considerate le rigide imposizioni del governo maltese. È già duro dover digerire che i nostri ragazzi dovranno affrontare la quarantena da soli e lontani dall’affetto dei propri cari. Ma che almeno consentano l’arrivo dei medici italiani o sanitari dell’esercito. Riportate a casa i nostri figli". C’è preoccupazione nei genitori di alcuni dei minorenni coinvolti dal focolaio di Covid a Malta e costretti ora a trascorrere il periodo di isolamento in una struttura a Saint Julian, riconvertita a hotel speciale per gestire l’emer
Variante Delta: come cambiano i dati Covid in Emilia Romagna, Marche e Veneto
Dagli ultimi bollettini dovrebbero essere una decina i marchigiani facenti parte del gruppo di 80 giovani italiani partito alla volta dell’isola e non ancora rientrato dopo le positività accertate. "Doveva essere una vacanza studio, si è trasformata in un incubo", insistono le famiglie. Per certo, ci sono due ragazze di Falconara (Elisa Pirazzoli, 14 anni, peraltro positiva, ed Elisa Pierpaoli, di 15). La comitiva studentesca è stata a contatto nella scuola di inglese, dunque posta interamente in quarantena fino al 22 luglio: dovrebbero essere 21 i positivi totali, dopo il giro di tamponi. Gli altri negativi.
Variante Delta: zona bianca a rischio. Ecco in quali regioni. Tutti i dati A fare il punto è Stefano De Angelis, direttore generale del tour operator Giocamondo Study, con sede ad Ascoli, agenzia con la quale gli studenti hanno viaggiato per Malta e che in queste ore sta facendo da tramite tra giovani e famiglie, e soprattutto pressione sulle autorità maltesi e italiane, mantenendo un canale diretto con la Farnesina: "Il gruppo si trova in un hotel di lusso molto attrezzato, con assistenza sanitaria e cibo adeguati, grazie alle nostre reiterate sollecitazioni e all’attenta collaborazione da parte dell’Ambasciata italiana. Inoltre, abbiamo anche attivato, con nostri operatori, un servizio di supporto con nostro personale e ci siamo subito premurati di scongiurare che ad accollarsi la copertura economica del soggiorno per la quarantena, fino al prossimo 22 luglio, siano le famiglie dei giovani interessati dal provvedimento". Lo stesso riferisce di essersi recato sull’isola per coordinare il lavoro. Lì, "la Pubblic Healt di Malta ha bloccato in quarantena anche tutto il nostro staff. Quindi i ragazzi sono rimasti soli e senza la possibilità di essere assistiti dalla nostra organizzazione. Dopodiché abbiamo fatto pressione, trattandosi di minorenni, e hanno consentito che alcuni nostri operatori potessero gestire la situazione", pur dovendo "forzare la mano a fronte di protocolli sanitari maltesi discutibili che, in questi casi, non prevedono visite dei medici, ma solo consulenze telefoniche o trasferimento in ospedale. Siamo riusciti però ad ottenere dei permessi speciali per accedere all’hotel, rigorosamente chiuso agli esterni. Nessuno dei familiari e dei ragazzi sarà lasciato solo" .