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Finti vaccini ad Ancona, il medico detective: "Dovevo agire per il bene di tutti"

Carlo Miglietta con il telefonino ha incastrato l’infermiere che spruzzava il siero nella spazzatura. "Paura? Non la si può avere quando in gioco c’è la salute"

Ancona, 12 gennaio 2022 - Un odontoiatra che per settimane ha vestito i panni del detective cercando di raccogliere prove a sufficienza per fermare quel giro malato delle finte iniezioni di vaccino fatte per poter ottenere green pass al pari di un vero vaccinato. Il medico eroe è Carlo Miglietta, 32 anni, anconetano, un dentista con uno studio a Falconara che ha aderito volontariamente alla campagna vaccinale anti Covid-19 da marzo 2021. Mentre era in servizio all’hub Paolinelli della Baraccola, come dirigente medico vaccinatore, si è accorto di strani movimenti messi in atto dall’infermiere Emanuele Luchetti, documentando con registrazioni audio, fatte inizialmente con il telefonino,  le finte punture di vaccino  che non sarebbe stato somministrato a cittadini compiacenti ma buttato nel cestino della spazzatura.

Finti vaccini Ancona, l’infermiere: "Non sono io l'organizzatore"

Carlo Miglietta lei ha fatto una cosa esemplare. "Penso di aver fatto solo il mio dovere, avevo l’obbligo di farlo, bisogna intervenire quando si vestono i panni di un pubblico ufficiale".

Ha mai avuto timore di non farcela a dimostrare quanto stava accadendo sotto i suoi occhi? "Ho cercato di ragionare sempre in maniera lucida e paura non ne ho mai avuta. Per ovvie ragioni non posso entrare nel merito dell’indagine, però posso dire che quello che mi ha spinto a fare tutto questo è stata la voglia di tutelare l’Asur e la sua immagine, sia come datore di lavoro e sia nei confronti dei colleghi che ho affiancato durante la campagna vaccinale".

Ha provato indignazione quando ha visto quello che succedeva? "La vaccinazione è fatta per tutelare la salute dei cittadini e va fatta correttamente perché i risultati si ripercuotono poi sulla statistica dei casi. Mi spiego meglio. È in gioco la sicurezza nazionale e non solo per un dato numerico legato alla presenza delle persone che finiscono in terapia intensiva. Se si dichiarano vaccinazioni la cui somministrazione non viene eseguita correttamente per motivi dolosi o colposi, è chiaro che i dati sono falsati. In questo modo, non solo la statistica subisce un danno, ma si va a screditare l’efficacia stessa del vaccino. Era una condotta che andava denunciata innanzitutto perché non deontologica e, in scala maggiore, anche per i contagi che poteva causare".

Ha ricevuto attestazioni di stima per quanto ha fatto? "Sì, diverse chiamate. Ho ricevuto conforto da colleghi e familiari. Tutto questo ripaga, fa piacere ma io non mi sento un eroe, ripeto ho fatto il mio dovere".

Che cosa le ha lasciato questa esperienza? "Non sono amareggiato e in questo momento non ho un pensiero prevalente, guardo avanti. Una cosa è importante".

Quale? "Mettere l’accento sulla figura del medico, di tutti i medici e e del personale sanitario, il cui compito è quello di assistere i più deboli e tutelarli, sempre. Noi facciamo un giuramento, quello di Ippocrate, io penso di averlo osservato".

Cosa pensa dell’infermiere Emanuele Luchetti? "Non dico niente, a lui penserà la magistratura".

E a chi è ancora titubante a vaccinarsi? "Ogni caso è personale. Tutti possono recarsi in un centro vaccinale, parlare con un medico che è lì appositamente per spiegare e chiarire a ciascuno la propria posizione. Dopodiché la persona potrà trarre le proprie conclusioni. I pazienti meritano di essere ascoltati, tutti, sempre".

Lei non è più all’hub vaccinale Paolinelli? "No, ho vinto un concorso fatto in precedenza, e a breve mi trasferirò per il nuovo lavoro".