di Marina Verdenelli
Tutti e due chiedono di tornare liberi e oggi si giocheranno la carta del Riesame con una alta probabilità di incrociarsi in tribunale, per la prima volta dopo le misure cautelari scattate il 10 gennaio scorso. Una data che ha sollevato lo scandalo dei finti vaccini somministrati all’hub del Paolinelli con una maxi inchiesta della squadra mobile coordinata dalla Procura. L’infermiere Emanuele Luchetti, accusato di aver buttato via le dosi invece di inocularle ad almeno 45 cittadini compiacenti, e l’avvocato Gabriele Galeazzi, uno dei quattro intermediari che avrebbe indirizzato amici e conoscenti al centro vaccinale della Baraccola per raggirare la vera dose e ottenere un green pass in maniera illecita, affronteranno nello stesso giorno il Riesame a cui hanno fatto istanza i propri avvocati per la revoca della misura cautelare.
L’infermiere è attualmente in carcere e se deciderà di essere presente in aula oggi, difeso dall’avvocato Marta Balestra, sarà tradotto dalla polizia penitenziaria. Galeazzi, relegato ai domiciliari, ha il permesso per raggiungere il tribunale e i suoi difensori Riccardo Leonardi e Andrea Battilà. Ma non saranno gli unici a chiedere la revoca della misura cautelare firmata dal gip Carlo Masini. In calendario oggi ci sono una ventina di ricorsi presentati da altri indagati sui vaccini, per lo più le persone che si sarebbero presentate al Paolinelli per fare la finta inoculazione. Per loro il gip aveva disposto l’obbligo di dimora nei comuni di residenza (sparsi un po’ in tutta Italia).
L’esito del Riesame per Galeazzi ha una doppia valenza, non solo quella di ritornare libero perché se la misura cautelare decadesse ci sarebbero maggiori possibilità che il consiglio di disciplina dell’ordine degli avvocati, che si riunirà giovedì, non propenda per una sospensione dall’attività di avvocato (rischia fino ai 6 mesi). Con la sospensione non potrebbe, per tutta la durata del provvedimento, esercitare. All’interrogatorio di garanzia Galeazzi si era avvalso di non rispondere per analizzare meglio le contestazioni e contestualizzare più avanti la sua difesa.
Nell’ordinanza che ha portato al suo arresto non emerge che avrebbe preso soldi per fare da intermediario a Luchetti. Per la Procura però sarebbe uno dei principali interlocutori dell’infermiere Luchetti. Emergerebbe dagli ascolti audio registrati dal dirigente medico vaccinatore che lo ha denunciato e dalle intercettazioni telefoniche fatte dalla squadra mobile. Un tramite "per conto di soggetti desiderosi di acquisire fraudolentemente il green pass", scrive il gip.