NICOLÒ SCOCCHERA
Cronaca

Ferie ad alta tensione: "Sequestrata in Nigeria dai guerriglieri ribelli: attimi di puro terrore"

Ruth Edwards, dipendente di Cooss Marche, era tornata nel suo Paese "Stavamo andando verso l’aeroporto e hanno bloccato gli autobus. Erano armati fino ai denti e ci hanno preso tutto. Poi la telefonata in Italia".

Ferie ad alta tensione: "Sequestrata in Nigeria dai guerriglieri ribelli: attimi di puro terrore"

Ferie ad alta tensione: "Sequestrata in Nigeria dai guerriglieri ribelli: attimi di puro terrore"

"Stavo tornando dalle ferie, in bus verso l’aeroporto di Lagos. All’improvviso ci siamo fermati, ho pensato ad un incidente, poi li ho visti, armati fino ai denti, venire verso di noi". Sembra un film d’azione, invece è successo davvero. Ruth Edwards, nigeriana con cittadinanza italiana, stava tornando ad Ancona, la città dove vive e lavora come oss da oltre 20 anni nell’azienda Cooss Marche. Seppur consapevole dei rischi che si possono correre nel suo Paese d’origine, mai avrebbe immaginato che un viaggio in pullman potesse diventare un vero e proprio incubo.

Giovedì pomeriggio, un convoglio di bus partito da Benin City viene fermato da un numeroso gruppo di guerriglieri armati di fucili, machete e bastoni. Uomini e donne all’interno dei pullman vengono sequestrati per ore e tra i passeggeri c’è anche Ruth. "Ci hanno fatto scendere, poi siamo risaliti sul bus. Alcuni sequestratori ci hanno seguito a bordo, altri invece sono rimasti a terra – racconta la donna al Carlino poche ore dopo il rilascio – Non ci hanno mai puntato le armi addosso, ma eravamo terrorizzati, perdipiù io non comprendo il loro dialetto. Per fortuna una signora ha iniziato a tradurre le parole dei guerriglieri: volevano far capire al governo che stavolta fanno sul serio visto che nella loro zona ci sono enormi problemi a causa della mancanza di cibo – continua Ruth – Ci hanno chiesto di consegnargli i telefoni, tutti hanno ubbidito io invece l’ho tenuto in tasca. Temevo potesse squillare, ma non volevo muovermi troppo, non si sa mai come possono reagire questi individui".

Ore di terrore per Ruth e gli altri passeggeri, alla fine però la situazione si sblocca. I guerriglieri ordinano agli autisti di tornare verso Benin City, non prima però di aver fatto razzia di denaro e oggetti di valore. "Nessuno ha fatto resistenza, anche perché se li sarebbero presi con la forza – continua Ruth – Appena ci hanno rilasciato ho preso il telefono, prestandolo anche agli altri". A questo punto entra in gioco Cooss, già perché Ruth si appella proprio alle sue colleghe per chiedere aiuto. "Ho provato a chiamare mia figlia, ma era al lavoro – continua la donna – Non so, ero confusa, mi è venuto spontaneo contattare una collega che si occupa di coordinamento di servizi di assistenza domiciliare per il Comune di Ancona e ho fatto bene. L’azienda è stata strepitosa, organizzata e autorevole, non so davvero come ringraziarli. Ora sto bene, ho parlato con l’ambasciatore italiano che mi ha tranquillizzata".

Sabrina Moro, Maria Luisa Pennacchioni, Pia Vizzari, Asya Chiari, Manuela Torres sono le persone che, insieme al presidente Mancinelli, si sono subito attivate contattando l’Unità di Crisi della Farnesina che ha prontamente informato l’Ambasciata e monitorato la situazione. "A nome di tutta la cooperativa voglio ringraziare le colleghe che hanno supportato Ruth nel corso di questa terribile esperienza, siamo davvero orgogliosi di loro" dice Diego Mancinelli, il presidente di Cooss Marche, che oggi ha tutte le ragioni per gioire.