SARA FERRERI
Cronaca

Fedrigoni, protesta in Regione. E Urso convoca la proprietà

Bara di cartone e fumogeni, i sindacati: "Giano va salvata, rischiamo un effetto domino"

Fedrigoni, protesta in Regione. E Urso convoca la proprietà

Bara di cartone e fumogeni, i sindacati: "Giano va salvata, rischiamo un effetto domino"

Una bara di cartone con sopra un foglio F4 Fabriano e la scritta: "nato 1254 morto 2024". E poi le ‘condoglianze’ e i fiori rigorosamente di carta per i 195 lavoratori della società Giano, di cui il gruppo Fedrigoni ha annunciato la chiusura. La macabra scenografia, unita alla rabbia dei lavoratori in sciopero, circa duecento, è stata allestita sotto al palazzo della Regione, dove l’assessore al lavoro, Stefano Aguzzi, ha incontrato prima i vertici aziendali e poi i sindacati. Poco dopo l’annuncio: "Per mitigare l’impatto il ministero delle imprese chiamerà la proprietà e i vertici aziendali ad un tavolo, che sarà convocato nelle prossime ore". Il ministro Adolfo Urso, ieri, ha avuto un colloquio telefonico con il governatore Francesco Acquaroli. Dopo le richieste della Regione, il ministro Urso sabato aveva già parlato con il presidente Acquaroli "per valutare il possibile intervento del ministero" e ieri ha accolto la richiesta della Regione e dei sindacati, "per poter esperire ogni soluzione volta a mitigare l’impatto, a tutela della produzione e dei posti di lavoro". "La decisione di Urso di avviare una concertazione per affrontare le conseguenze della chiusura della Giano – commenta l’assessore Aguzzi – è di cruciale importanza. Riconosce non solo il valore di un marchio con oltre 750 anni di storia, ma anche il significato della sua forza lavoro e del territorio, duramente colpito da crisi economiche negli ultimi quindici anni". "La crisi della Giano – evidenzia ancora l’assessore regionale Aguzzi – coinvolge anche un ampio indotto, in settori come trasporto e logistica".

"L’azienda – evidenziano i sindacati dopo l’incontro – proporrà uscite incentivate volontarie, prepensionamenti e ricollocazione del personale nell’area delle Marche. È necessario che il ministero subentri nella vertenza, perché Giano va salvata oppure rischia di provocare un effetto domino sugli altri stabilimenti. Domani (oggi, ndr) ci confronteremo con l’azienda a Verona, ma siamo pronti a nuovi pacchetti di sciopero o ad altre forme di protesta". "Siamo sinceramente dispiaciuti per i colleghi e comprendiamo benissimo quanto siano preoccupati, loro e le loro famiglie – ha sottolineato dopo l’incontro Giuseppe Giacobello, responsabile delle relazioni industriali del gruppo –. Tuttavia, invitiamo ad avere fiducia nel confronto che abbiamo avviato, e che manterremo per tutto il tempo necessario: i lavoratori, dipendenti e somministrati, al momento impattati dalla dismissione di Giano sono 195 e coinvolgono i soli stabilimenti di Fabriano e di Rocchetta (quest’ultimo sarà chiuso, ndr), ma stiamo lavorando con le parti sociali perché al termine dell’iter di chiusura la cifra sia notevolmente più bassa. Non abbiamo nessuna intenzione di lasciare le Marche".