SILVIA SANTINI
Cronaca

Fedrigoni, i sindacati: "Dovevano coinvolgerci"

Il caso del marchio ai tedeschi e i danni chiesti: "Quelle risorse potevano essere usate per rilanciare i siti. Preoccupati per il futuro"

Uno dei tavoli per Fedrigoni: il caso con i tedeschi è ancora aperto

Uno dei tavoli per Fedrigoni: il caso con i tedeschi è ancora aperto

Alla richiesta del Gruppo Fedrigoni di non utilizzare il marchio "carta Fabriano" alla società tedesca Jurgensen che dovrebbe produrre un quantitativo di carta con quel marchio e il cui utilizzo è stato dato alla società di intermediazione italiana Paper Fast per cinque anni, la società si è nettamente rifiutata di ottemperarla ed ha citato la Fedrigoni al tribunale di Milano per danni milionari. La Regione coinvolgerà il Ministero per avere un incontro e cercare di convincere i tedeschi della bontà dell’operazione di ritiro, come ha detto l’assessore Stefano Aguzzi che giovedì si è riunito con l’azienda. I sindacati non sono stati invitati a sedere al tavolo. "Se la cosa fosse stata gestita dall’azienda più alla luce del sole, poteva, con il nostro forte coinvolgimento, essere trovata una mediazione magari, e di conseguenza, forse, poteva essere evitata la richiesta di risarcimento. Certo che se dovessero perdere o arrivare a un accordo milionario, quelle risorse potevano essere usate per rilanciare i siti", dice Alessandro Gay, segretario generale Fistel Cisl Marche. I sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl chimici carta e stampa, assieme alla rsu, sono reduci dalla plenaria a Verona durante la quale il Gruppo Fedrigoni ha presentato una panoramica della situazione attuale del mercato evidenziando come, negli ultimi due anni i volumi di vendita siano diminuiti in maniera considerevole (sia nel settore della carta sia in quello delle etichette), determinando allo stesso tempo una riduzione altrettanto importante dei margini economici commerciali. "Abbiamo espresso le nostre preoccupazioni sulla ristrutturazione in atto perché temono possa compromettere ulteriormente la stabilità occupazionale e le prospettive future del gruppo ed in tale direzione hanno richiesto un incontro alla presenza dell’ad Marco Nespolo", dicono le organizzazioni sindacali. Il Gruppo ha chiarito la propria posizione riguardo al premio di risultato riaffermando di ritenere che alla luce del momento attuale, non esistano le condizioni favorevoli per contrattare un nuovo accordo triennale ed ha quindi proposto una seconda proroga dell’attuale accordo. Dopo un acceso confronto le parti hanno convenuto che, date le attuali incertezze economiche, non ci sono i margini per un rinnovo triennale dell’accordo sul premio che era scaduto il 31 dicembre e quindi le parti hanno convenuto la necessità di prorogare l’attuale accordo alle stesse condizioni fino al 31 dicembre. Si è deciso inoltre di sterilizzare i parametri di stabilimento e di quelli relativi alla presenza individuale dal primo gennaio al 30 aprile. Il rinnovo è considerato comunque l’ultimo possibile.