Fedrigoni annuncia l’uscita dal business dell’ufficio e la chiusura dal primo gennaio prossimo della società Giano con 195 licenziamenti, ma assicura la "volontà di continuare a investire sulle Marche e sulla crescita del brand Fabriano a livello globale". Il nuovo terremoto occupazionale si è abbattuto ieri mattina nella città della carta dove, negli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta, proclamato lo stato di agitazione, si sono fermati gli impianti. "Abbiamo cercato a lungo, senza successo, partner che dessero le necessarie garanzie di sviluppo e di rilancio del business dell’ufficio – commenta l’Ad di Fedrigoni, Marco Nespolo ieri a Fabriano per spiegare la decisione ai sindacati – Abbiamo sondato tutti gli scenari possibili, fino a valutare la vendita dell’intero business Fabriano, nonostante sia per noi un asset strategico. Neanche in questo caso abbiamo, purtroppo, individuato potenziali partner, per cui siamo giunti alla difficile ma necessaria decisione di uscire dal business dell’ufficio, così da poter concentrare i nostri sforzi e investimenti sui prodotti distintivi dell’arte e disegno di Fabriano, simbolo d’eccellenza del Made in Italy nel mondo e asset strategico per Fedrigoni. Ciò non significa che stiamo lasciando le Marche, anzi, continueremo a investire sullo sviluppo dei nostri siti produttivi e di trasformazione presenti sul territorio. Faremo tutto il necessario per mitigare l’impatto di questa decisione sulle nostre persone coinvolte. Il confronto e la collaborazione con tutte le parti sociali sarà fondamentale".
"Si tratta di un mercato, in particolare quello della carta da fotocopie, in declino da anni – spiegano dal gruppo – e presidiato da grandi gruppi internazionali specializzati che, pur avendo impianti produttivi più efficienti per via delle dimensioni e degli ingenti volumi gestiti, hanno annunciato negli ultimi anni chiusure e riduzione della propria capacità produttiva, in seguito al calo strutturale della domanda di mercato". La decisione arriva "dopo due anni di ricerca infruttuosa di partner e va nella direzione di consentire al gruppo di focalizzare investimenti e risorse sul segmento delle carte speciali per il packaging e la comunicazione creativa".
Ai lavoratori coinvolti è subito arrivata la solidarietà della chiesa della Diocesi Fabriano-Matelica: "Ci appelliamo al gruppo Miliani affinché si apra una nuova stagione di confronto costruttivo in modo che uomini e donne mantengano la dimensione di dignità che solo il lavoro può dare" scrive l’arcivescovo Francesco Massara confermando "la propria disponibilità per cooperare con l’azienda e le istituzioni, regionali e nazionali, in modo che siano salvaguardate le competenze e l’alta professionalità dei lavoratori e si garantiscano alle loro famiglie certezze sul futuro". Per l’Arcivescovo "è eticamente necessario dare continuità operativa all’azienda il cui futuro è importante non solo per i lavoratori, ma per tutto il sistema economico e sociale di un territorio già duramente provato dalla de-industrializzazione. Occorre l’impegno di tutti perché i posti di lavoro siano tutelati" conclude richiamando il "senso di responsabilità dei vertici aziendali per cercare, in dialogo con le istituzioni e i sindacati, strade risolutive".